Nadia Toffa purtroppo non può più rispondere a chi la offende e a chi è contento che purtroppo non ci sia più, lei è andata ma l’odio resta
Purtroppo la rete anche se regala popolarità e amore incondizionato, può anche essere il messo attraverso il quale le persone che godono nel fare del male agli altri sfogano i propri istinti repressi. C’è chi continua a ricordare la dolce Nadia Toffa e chi invece sputa odio senza logica, solo per il piacere di infierire e fare del male.
Suscitano indignazione le loro parole ma fanno anche riflettere su quanto spesso si sottovalutino i social. Nadia rivelò ad alcuni colleghi di leggere le cattiverie che circolavano su di sè e pur mostrando sempre e comunque un largo e rassicurante sorriso, lei ci stava male. Si sentiva incompresa. Ci sono state anche persone che hanno pensato che lei usasse la sua malattia per scopi pubblicitari.
Nadia Toffa, continua la cascata di odio contro di lei
Nonostante sia stata una persona ammirevole e altruista, Nadia Toffa ha attirato attorno a sè anche una grande quantità di persone un po’ sadico e dallo humor più che nero fuori luogo. Sotto i suoi post, infatti, sono numerosi purtroppo i commenti degli haters che non fanno altro che rallegrarsi della sua morte, del fatto che non ci sia più.
Il motivo? Nessuno. Purtroppo l’odio come l’amore non conosce logica. A volte anche solo l’invidia può scaturire tutto ciò.
Nadia è morta, ma l’odio resta
Sicuramente se Nadia Toffa fosse ancora viva saprebbe come rispondere a chi usa il suo profilo, in particolare l’ultimo post straziante che la famiglia ha usato per dirle addio, solo come mezzo per sfogare la loro frustrazione.
Ecco alcuni dei commenti più inappropriati. Nadia poteva anche non essere simpatica a tutti, ma questo non vuol dire che meritasse tanto odio e tanta maleducazione. Il rispetto dev’essere qualcosa che non dovrebbe mai mancare, soprattutto per i morti e la rete non fa eccezione. Se lei fosse ancora tra noi? Sicuramente farebbe un bel sorriso e userebbe la sua innata ironia per descrivere l’indecenza di chi per un po’ di popolarità sparerebbe sulla croce rossa.