Dopo tanti mesi di analisi e indagini, arrivano i risultati dell’autopsia di Imane Fadil con la verità su cosa l’ha uccisa durante il processo Ruby
Dopo mesi di supposizioni e indagini sulla morte di Imane Fadil, la svolta grazie ai risultati dell’autopsia che fa emergere la verità su quanto accaduto.
Ipotesi dopo la morte della testimone chiave
Quando la testimone chiave del Processo Ruby muore in circostanze misteriose, il caso diventa nazionale. I primi rilievi evidenziano sul corpo la presenza di alcuni metalli che fanno immediatamente supporre un decesso per cause di intossicazione o avvelenamento – e quindi omicidio.
La ragazza di 34 anni, deceduta a marzo, ha quindi portato alla luce tantissimi possibili complotti ma l’autopsia ha delineato un profilo totalmente differente.
La verità dai risultati dell’autopsia di Imane Fadil
La ragazza testimone chiave del processo Ruby non è stata uccisa e non è morta a causa di un avvelenamento, bensì – come si evince su TheSocialPost – per una malattia denominata aplasia midollare.
La Procura di Milano ha evidenziato che la giovane, dopo una attenta autopsia, ha presentato questa patologia molto rara che l’ha portata al decesso prematuro.
Una notizia che allontana tutte le ipotesi che erano state fatte emergere, vista l‘importanza della sua testimonianza durante il processo. Ansa evidenzia anche che è stata esclusa la responsabiltà medica – così da portare all’archiviazione del caso.
Che cos’è l’aplasia midollare?
Secondo gli inquirenti e i risultati delle analisi sul corpo della testimone chiave, la malattia individuata è l’aplasia midollare ovvero il malfunzionamento del midollo osseo – che si rende incapace nella produzione di globuli rossi.