Omicidio Sarah Scazzi, a processo Ivano Russo ed altre 12 persone per aver mentito sui fatti di cui erano a conoscenza. Che cosa sa il ragazzo tanto conteso?
Nell’omicidio di Sarah Scazzi ancora molti punti oscuri e segreti su cui il processo bis spera di far luce.
Un omicidio e due processi
L’omicidio della 15enne di Avetrana è una delle vicende di cronaca nera più intricate degli ultimi anni.
Pur se tre gradi di giudizio hanno confermato che le assassine furono la zia di Sarah, Cosima Serrano e la cugina Sabrina Misseri, la vicenda continua a presentare molti lati oscuri ed inquietanti segreti.
E’ impossibile infatti che in un paesino come Avetrana, nessuno abbia sentito o visto nulla quel pomeriggio.
Così come è impensabile che nessuno fosse al corrente dei rapporti tesi fra le cugine.
Su questa linea si sono dunque indirizzati il Procuratore aggiunto Pietro Argentino e il sostituto Procuratore Mariano Buccoliero, aprendo il cosiddetto Scazzi bis.
Come riporta GIALLO infatti, nel processo collaterale per l’omicidio di Sarah sono imputate diverse persone.
Sarebbero tutti vario titolo informati dei fatti ma durante le udienze avrebbero mentito depistando le indagini.
Il numero degli imputati è attualmente di 12 e tra loro ci sono parenti di Cosima e Sabrina, abitanti di Avetrana ed l’uomo che fu il movente dell’omicidio secondo i giudici: Ivano Russo
Una famiglia alla sbarra
Cosima e la figlia Sabrina, oggi 31enne sono in carcere a scontare la condanna all’ergastolo per l’omicidio della povera Sarah Scazzi, ma non sono le uniche della famiglia che rischiano condanne penali.
Nel processo bis ancora in corso a Taranto sono imputati alcuni parenti tra cui la sorella di Cosima, Dora Serrano ed il fratello Giuseppe Serrano.
Entrambi sono accusati di aver calunniato rispettivamente Michele Misseri e i carabinieri di Avetrana.
Lo stesso Misseri però, marito di Cosima e padre di Sabrina, già condannato ad 8 anni per occultamento di cadavere, è a processo per autocalunnia.
Zio Michele si è infatti autoaccusato dell’omicidio della nipotina, dopo aver ritrattato le accuse contro sua figlia, nonostante le sue versioni siano sempre state smentite dalle indagini.
Ivano Russo la chiave dell’omicidio: la sua versione smentita dalla ex fidanzata
Persone che sanno e non dicono, o che sanno e mentono.
Questo i magistrati stanno cercando con meticolosità di far emergere nel processo.
Alcuni testimoni ritenuti chiave per arrivare alla verità infatti testimoniarono il falso davanti ai magistrati del processo principale.
Si tratta soprattutto di Ivano Russo, il cuoco conteso per amore dalle due cugine e il fiorista Giovanni Buccolieri 45 anni.
Buccolieri riferì ai carabinieri di aver visto Cosima che costringeva Sarah a salire in macchina con fare minaccioso,in orario compatibile con il sequestro della 15enne.
In seguito però il fiorista ritrattò dicendo che si trattava solo di un sogno.
Per queste menzogne il giudice Elvira di Roma lo ha condannato nel 2017 a due anni e otto mesi.
Ora è in attesa della sentenza della Cassazione.
L’imputato chiave però resta sicuramene Ivano Russo, oggi 35 anni che fu causa e a quanto emerse anche testimone della lite tra Sabrina, Cosima e Sarah prima dell’omicidio.
Ivano ha sempre dichiarato di essere rimasto a casa a dormire il pomeriggio della scomparsa di Sarah.
La sua versione però è stata smontata dalla sua ex fidanzata, Virginia Coppola.
Dopo la separazione la donna ha infatti raccontato alle autorità che proprio Ivano le aveva raccontato come erano davvero andate le cose quel pomeriggio.
Ivano sarebbe uscito di casa intorno alle 13.35, e sarebbe stato visto da un altro testimone lasciare la casa dei Misseri dopo le 14.
L’uomo sarebbe dunque stato presente alla lite tra Cosima, Sabrina e Sarah: quest’ultima aveva rivelato in paese alcuni particolari intimi ed umilianti della relazione tra Russo e la cugina Sabrina.
Ivano avrebbe detto alla fidanzata:
“Quelle due stavano litigando”
Le intercettazioni delle discussioni tra Ivano e sua madre Elena Baldari evidenziano come il cuoco tarantino cercasse di dare istruzioni alla donna su cosa dire ai carabinieri.
Ed infatti sia lei, che il fratello del cuoco, Claudio Russo e la fidanzata Antonietta Genovino erano a conoscenza della presenza di Ivano a casa Misseri subito prima dell ‘omicidio.
Ivano Russo potrebbe dunque essere la figura chiave ma anche gli altri imputati nascondono delle verità ancora da far emergere, per arrivare ad una chiara ricostruzione dei fatti di quel 26 agosto 2010.