C’è una nuova svolta nel caso del Carabiniere ucciso con Andrea Varriale indagato dalla Procura Militare. Come è potuto accadere?
Il caso del Carabiniere ucciso è sempre più complesso ma ora anche il collega Andrea Varriale viene indagato per la contraddizione in merito al suo racconto di quella notte.
Andrea Varriale indagato dalla Procura Militare
Andrea Varriale, collega di Mario Cerciello Rega, si trovava anche lui sulla scena del terribile omicidio del 26 luglio. Una contesta per il collega dopo che in questi giorni è emersa una sua contraddizione nella deposizione iniziale e quella successiva.
Gli è stato contestato la “violazione della consegna” per non avere avuto insieme a lui pistola di ordinanza (e a quanto sembra anche manette e tesserino di riconoscimento).
Il Procuratore Militare Antonio Sabino parla di un atto dovuto, proprio a seguito di tutte le notizie emerse.
Ci sono alcune notizie, tra le quali le stesse dichiarazioni del militare riportate dai verbali, che riportano la conferma di come i due colleghi fossero disarmati durante quella notte quando si sono presentati all’appuntamento con i due ragazzi americani Hjort e Elder – oggi in carcere con l’accusa di omicidio.
La dichiarazione della Procura Militare
La Procura Militare evidenzia – come cita TgCom24 – che questa tipologia potrebbe essere sottolineata come reato di “violata consegna” proprio perchè tutti i militari sono obbligati a portare con se l’arma di ordinanza in servizio – anche se in borghese e non in divisa.
Come ha confermato il procuratore Sabino deve intendersi come un atto dovuto a “tutela dello stesso indagato” che deve essere ancora ascoltato dai pm:
“faremo tutti gli accertamenti del caso e poi prenderemo decisioni conseguenti”
Emerge anche un altro dettaglio nella vicenda, nel Registro degli Indagati è stato iscritto un altro Carabiniere – il nome non è stato reso noto – per la diffusione della foto di Natale bendato mentre si trova in Caserma a Roma.