Il lago d’Aral ricorda uno dei peggiori disastri naturali del periodo sovietico. Scopriamo come sta rinascendo la vita in questo deserto.
La storia del disastro naturale che ha colpito il lago d’Aral, affonda le sue radici nelle politiche sovietiche. La regione un tempo era parte dell’Unione Sovietica, che fece deviare negli anni ’40 due fiumi che alimentavano questo lago.
Il Lago D’Aral destinato a sparire
Un tempo era il quarto lago salato per grandezza a livello mondiale e si trovava tra il Kazakistan e l’Uzbekistan. Questo lago dato per scomparso, pare che non lo sia del tutto.
Il Syr Darya e l’Amu Darya vennero destinati ad irrigare le fiorenti culture di cotone della regione, permettendo l’incremento della produzione.
Per questo motivo, lentamente il lago prese a ritirarsi, vedendo la costa ritirarsi sempre più nei decenni successivi. La media di ritiro delle coste era di tre metri all’anno, rendendo inospitale l’ambiente e lentamente tossico per i pesci. Sagn che ha lavorato per 56 anni ha detto:
“Abbiamo dovuto cercare altri laghi in Kazakistan”
Le conseguenze del ritiro del lago
Alcuni pescatori però, non abbandonarono le ormai ex coste del lago d’Aral, semplicemente decisero di cambiare mestiere. Alcuni iniziarono ad allevare animali, anche se la maggior parte invece hanno abbandonato tutto quello che possedevano.
Il lago era salato e ritirandosi, lasciò una spessa coltre di sale sul terreno, rendendo per lo meno molto difficoltoso la sua coltivazione. Dopo la caduta dell’URSS, sono nati due stati nella regione, ognuno ha deciso di affrontare questo problema in maniera diversa.
Si era diviso in diversi specchi d’acqua più piccoli, suddivisi tra Kazakistan e Uzbekistan ma la regione intera era diventata un deserto che veniva flagellata da terribili tempeste di sabbia tossiche.
La ricetta del Kazakistan
Il Kazakistan ha deciso di cercare di salvare quanto rimasto, puntando sul recupero del lago. Si è concentrato sul recupero della parte settentrionale del lago, ricompresa interamente nel suo territorio statale. Ha costruito una diga, che è stata ultimata nel 2005. Ha inoltre aumentato le specie ittiche presenti nel lago, ridato acqua al lago. In questo modo l’economia locale ha riavuto vita, incrementando sempre più.
La pesca commerciale è ritornata, portando nuovi posti di lavoro anche grazie alla filiera che nasce dalla pesca. Esistono molti stabilimenti in cui il pesce viene lavorato e congelato oltre a nuove aziende agricola. In un video l’agricoltore kazako Bakhyt Kirbasov dice:
“Quando il lago d’Aral si è prosciugato, l’area è diventata un deserto. Dobbiamo renderla di nuovo verde”
Lentamente questo sta’ avvenendo. Da dopo la costruzione della diga che protegge il Piccolo Aral, si stanno piantando moltissimi piccoli alberi di saxaul dove un tempo c’era il vecchio fondale.