La felicità in età evolutiva cresce se aumenta l’assertività dei bambini, scopriamo questa capacità
Il termine assertività indica la capacità di un bambino di comunicare e relazionarsi in modo competente. Pensieri, opinioni e desideri vengo espressi in modo appropriato e onesto.
L’assertività dei bambini è una dote non innata ma acquisita
Si suol dire che i bambini assertivi siano bambini più felici.
Di solito lo sono perché imparano dall’esperienza ma soprattutto imparano a comunicare i propri desideri.
Diventano sempre più capaci di raggiungere i propri traguardi e porsi dei limiti, migliorando così le loro esperienze sociali.
Tali bambini sono inoltre sicuri e allegri e capaci di relazionarsi con gli altri.
La felicità cosi si ottiene con la soddisfazione, l’autostima e un buon concetto di sé.
L’assertività si sviluppa nel corso della vita, mediante le relazioni e le interazioni sociali con vari e diversi interlocutori.
Vengono acquisite diverse abilità diventando sempre più complesse e differenziate.
Spesso diamo per scontato che dimensioni come l’assertività, l’autostima e la sicurezza in se stessi siano già insite nel fanciullo ovvero presenti nel codice genetico, ma in realtà non è cosi.
Tale credenza si rivela errata, queste capacità si definiscano in ogni individuo durante la crescita.
Devono essere alimentate e stimolate in modo che si acquisiscano anche competenze in diversi aspetti della vita.
Esse sono inoltre fondamentali per la serenità e il benessere psicologico.
Per incrementare l’assertività è necessario una comunicazione e relazione adeguata
Per favorire l’assertività, gli ingredienti necessari sono saggezza e pazienza.
Non sempre gli educatori e i genitori c’è l’hanno.
L’assenza dell’assertività crea passività e aggressività, questo atteggiamento non ha conseguenze positive.
Essere capaci di dare al mondo bambini assertivi è un modo implicito ed esplicito di investire sulla loro felicita e sul rispetto delle regole.
Educare significa illuminare la mente dei più piccoli su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ma anche trasmettere il senso civico delle cose, il rispetto umano e le regoli sociali.
Alla base di tutto ciò c’è una comunicazione e una relazione sana.
L’assertività parte dalla capacità di esprimere se stessi, i propri sentimenti ed emozioni e di scegliere come comportarsi in un determinato contesto o ambiente.
Esprimere serenamente un’opinione, difendere i propri diritti e di portare avanti le proprie idee e convinzioni, rispettando quelle degli altri.
Nel 1949, il medico Andrew Salter definì la persona assertiva come una personalità eccitatoria.
Tale personalità è quella di un individuo in grado di esprimere i propri punti di vista e le proprie emozioni in modo entusiasta e spontaneo.
Il parere dell’esperto Andrew Salter
Inoltre, il dottor Andrew Salter, chiamo personalità inibita quella di un soggetto incapace di riconoscere ed esprimere i suoi sentimenti.
Salter ipotizzò che la maggior parte dei disturbi psichici fossero riconducibile a tratti di personalità inibiti, incapaci di esprimere il pensiero logico e razionale.
Tali personalità traevano la loro origine dai rapporti precoci con figure parentali che tendevano ad inibire pensieri, comportamenti ed emozioni.
A volte anche con modalità punitive, favorendo uno stato di chiusura e paura.
Così Salter intese l’assertività come un modello di comportamento interpersonale, capace di garantire non solo un livello di civiltà nei rapporti tra gli uomini, ma contemporaneamente uno stato di benessere emotivo, soprattutto per chi agisce e lo mette in pratica
Possiamo concludere dicendo che la comunicazione assertiva costituisce un metodo di interazione.
Essa si attua attraverso un comportamento partecipe attivo e non in contrapposizione con l’altro.
Caratterizzato da piena fiducia in sé stesso e negli altri, senza negare i diritti e l’identità dell’altro.
Non vi sono comportamenti e atteggiamenti disfunzionali, bensì si ha la capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara senza pregiudizi.
Lo stile assertivo è fondato sul rispetto e l’autoresponsabilità, mentre quell’anassertivo sulla passività e aggressività.