La produzione italiana è in calo, a confermarlo è stato lo stesso ISTAT, che ha nuovamente sottolineato come l’economia del Belpaese sia ancora debole
Per il secondo mese consecutivo, il comparto industriale si è mostrato del tutto debilitato: ciò ha impattato negativamente sull’indicatore macroeconomico PIL con la produzione italiana in calo.
Il trend ribassista è stato definito dal Codacons come un vero e proprio flop, lanciando un enorme allarmismo.
Inoltre, si è chiesto a grande voce di stoppare l’incremento dell’IVA, che potrebbe portare a partire dal 2020 ad una drastica riduzione dei consumi del ceto medio.
Calo mensile ed annuale
Dall’analisi e dalla lettura dei dati ISTAT è emerso che la produzione industriale su base mensile è scesa dello 0,7% (rispetto al mese di giugno 2019). La precedente variazione registrata era stata dello 0,3%.
Su base annua, il dato è sceso ancora dello 0,7%, facendo i conti con l’ultimo tonfo dell’1,2% e con un consensus più ottimista a +0,3%. Tutte le attese sono state dunque deluse, specie se confrontiamo il dato con quelli precrisi del luglio 2007.
Gli analisti di Intesa Sanpaolo si attendevano un recupero trainato dalla componente energetica, ma è andata molto peggio.
Lo stesso Paolo Mameli, Senior Economist di Intesa SanPaolo ha sottolineato che c’è il “rischio che la stagnazione possa durare più a lungo del previsto”.
Le previsioni Codacons
È lo stesso Codacons a lanciare un rilevante allarmismo sul possibile ed ulteriore calo della produzione industriale italiana.
“Se aumenteranno i prezzi al dettaglio si registrerà un’ulteriore contrazione della spesa con effetti devastanti sul settore industriale”
sottolinea Codacons
“una ragione in più perché il Governo blocchi subito e con atti concreti l’aumento delle aliquote IVA.”
Il calo della produzione ed il peggioramento del settore industriale avranno conseguenze negative rilevanti sulla crescita economica e sul PIL italiano.
Intanto, il Governo Conte promette una manovra di Bilancio che virare l’Italia verso
“una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, pur in un quadro macroeconomico caratterizzato da profonda incertezza”.