Massimo Sebastiani a colloquio con la psicologa forense Roberta Bruzzone, la cui analisi fa emergere alcuni dettagli inquietanti sull’uomo
Roberta Bruzzone, nominata dall’avvocato difensore di Massimo Sebastiani, va a colloquio con il killer della povera Elisa Pomarelli e ne traccia un profilo particolare.
Il profilo dopo il colloquio con la Bruzzone
Roberta Bruzzone è la psicologa forense, nominata come consulente dall’avvocato del killer di Elisa Pomarelli – strangolata e nascosta dentro un dirupo per 14 giorni.
La psicologa – come si evince da IlPiacenza – ha incontrato l’uomo al carcere di Novate facendo emergere che lui avesse abbandonato da tempo il progetto “d’amore” nei confronti di Elisa. Nonostante questo la speranza continuava ad essere nutrita, visto il loro affiatamento e tutti quei lavoretti che tenevano la loro amicizia unita nel tempo.
“sebastiani non voleva ucciderla, non era sua intenzione. Lo continua a ripetere e su questo ho motivo di credergli”
Ma, come sottolinea la psicologa, in quel pollaio e in quel frammento di secondo è accaduto qualcosa che gli ha fatto compiere quell’atto atroce:
“non capisce lui stesso cosa è successo”
Considerando che in quei dieci minuti non si vede alcun litigio o aggressione, la Bruzzone si pone ulteriori domande e considerazioni aggiuntive:
“si tratta di qualcosa che accade in maniera rapidissima e che coglie di sorpresa tutti e due”
La richiesta di perizia psichiatrica
Nella giornata di ieri Roberta Bruzzone ha potuto approfondire la storia in maniera più nitida, considerando che con il passare del tempo i ricordi diventino più chiari e facili da spiegare:
“ha pensato al suicidio spesso nell’ultimo periodo, ma l’idea di dispiacere i genitori lo ha fatto desidestere”
La questione della busta misteriosa potrebbe essere la causa scatenante della “scarica di calore e buio” come lui stesso chiama quel momento terribile. Per questo motivo la psicologa evidenzia che la strada da prendere sia sicuramente quella della perizia psichiatrica.