Di recente nomina, il nuovo ministro dell’ambiente giapponese desidera eliminare dal Giappone, la produzione d’energia dal nucleare
Il nuovo ministro del Giappone per l’ambiente Shinjiro Koizumi, ha recentemente dichiarato di voler demolire i reattori nucleari. Il suo scopo è quello di prevenire che disastri come quelli di Fukushima possano in futuro ripetersi. Sicuramente è in controtendenza rispetto al suo predecessore.
La nuova nomina del ministro
Koizumi ha sostituito in discusso Yoshiaki Harada. Quest’ultimo era diventato salito alla ribalta, dopo essersi dichiarato a favore dello sversamento nell’Oceano Pacifico dell’acqua radioattiva in giacenza nella centrale di Fukushima. Mercoledì ha preso il suo posto Koizumi, dopo che il primo Ministro Shinzo Abe ha deciso di ristrutturare il proprio gabinetto.
Il progressivo abbandono del nucleare?
Prima del disastro di Fukushima il nucleare forniva circa il 30% dell’energia totale che serviva alla nazione. Dopo quel disastro, dei 54 reattori del paese, colo 9 sono ancora attivi dopo aver superato rigidissimi controlli di sicurezza.
La politica proposta dal Primo ministro Shinzo Abe, punta a ridurre le emissioni d’anidride carbonica, servendosi dell’energia Nucleare, riaprendo le centrali, riducendo la dipendenza dall’estero. Entro il 2030, si desidera riaprire 30 reattori, arrivando a coprire il 20% del fabbisogno energetico del Giappone. Il nuovo Ministro dell’ambiente al contrario, desidera eliminare completamente il nucleare, desidera infatti studiare nuove modalità per eliminare questa forma di produzione di corrente.
Koizumi afferma a tal proposito :
“Saremo condannati se permettiamo che si verifichi un altro incidente nucleare. Non sappiamo quando si verificherà un terremoto”
Il nuovo Ministro del Commercio Isshu Sugawara, più realisticamente afferma che è utopico eliminare la produzione d’energia nucleare.
Con ogni probabilità Koizumi se vorrà davvero imbarcarsi in quest’impresa, dovrà affrontare l’opposizione di tutto il governo. Inoltre ha affermato, che si occuperà della questione dell’acqua di Fukushima, cercando una soluzione condivisa.