Flat Tax progressiva: l’equità è il tema centrale
La tassa “piatta” o Flat Tax non rispetta il principio di progressività del sistema tributario? Si tratta di una critica giustificata da uno dei capi saldi della Carta costituzionale (articolo 53).
Una critica di non poco conto che ha portato nel corso degli anni alla proposta di varie versioni di flat tax: prima da Berlusconi e successivamente dalla Lega di Salvini.
A differenza il sistema dell’IRPEF, basato su aliquote e scaglioni, è in grado di garantire l’equità e la progressività dell’imposizione fiscale.
Flat Tax progressiva e rispettosa del principio di equità
Quando si parla di progressività, facciamo riferimento al fatto che il debito d’imposta aumenta rispetto all’imponibile.
Ciò significa che i contribuenti più ricchi pagano una percentuale maggiore del proprio reddito rispetto ai ceti meno abbienti.
Il principio di progressività è sancito, in particolare, dal secondo comma dell’articolo 53: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”.
Come nel caso dell’IRPEF, il sistema progressivo colpisce con aliquote superiori i redditi più alti, mentre i contribuenti che guadagnano di meno devono contribuire sulla base della propria capacità contributiva.
Per realizzare un’imposta progressiva e rispettosa del principio di equità è necessario ricorrere ad un sistema a scaglioni.
Il reddito viene diviso in fasce gradualmente più elevate, e quelle più elevate vengono moltiplicate per aliquote via via più alte.
Rispetta la progressività del sistema fiscale?
Un sistema fiscale con ad aliquota unica sui redditi può essere progressivo. Anche se non lo è, con la no tax area e detrazioni a vantaggio dei meno abbienti, la tassa “piatta” non viola le regole.
Infatti, la Flat Tax proposta non è incompatibile con la Costituzione, ma devono essere mantenute una serie di misure per renderla ‘progressiva’, che, come detto sono un sistema di detrazioni fiscali che premi le classi di reddito meno abbienti e una no tax area che salvaguardi i redditi più bassi.