Plastic Free? No, l’Italia non è ancora a norma! Ecco cosa è stato trovato e come si potrebbe ovviare alla situazione molto grave
Si parla di Plastic free e poi oltre 2 milioni d’imballaggi alimentari inquinanti a basa di plastica sono stati trovati in Italia. Nella grande distribuzione la plastica rimane il tipo d’imballo preferito.
Dal Rapporto Coop 2019-Consumi e stili di vita degli italiani scopriamo che
“Sono 2,1 milioni le tonnellate di plastica usati per confezionare cibo ogni anno in Italia”
Il 73% sono per il cibo, mentre il 27% per le bevande, secondo i dati dall’Istituto Italiano Imballaggio.
Attualmente il Disegno di Legge Clima, prevede dei benefici per incentivare la cura dell’ambiente.
I dati sulla sostenibilità
L’Ufficio Studi Coop ha fatto un’analisi nella quale scopriamo che il 68% degli italiani sarebbe a favore di far pagare un supplemento sui prodotti di plastica usa e getta, in modo da far desistere dall’acquisto. Nel 2018 sono stati lanciati 13.000 prodotti che sono sostenibili. Si ha un aumento del 14,3% di questi prodotti rispetto al 2017.
I curatori di quest’indagine fatta dalla Coop, affermano che l’emergenza ambientale inizia a colpire maggiormente la popolazione
“In tanti sognano un’abitazione eco-sostenibile (55%), comprano sempre più spesso vestiti (13% oggi e 28% in futuro) e automobili verdi (seppur ancora nicchia ma cresce la vendita di auto ibride +30% e soprattutto elettriche +148%), si rivolgono alla cosmesi verde (una donna su 4). Tutte le voci di spesa associate in vario modo alla sostenibilità crescono”.
La coscienza verde
I consumatori stanno sviluppando una coscienza green, complici gli scioperi di Greta oppure il nuovo disegno di legge clima. Il 44% degli italiani senza necessità d’incentivi, è impegnata in maniera attiva nella lotta al cambiamento climatico. Questo grazie a comportamenti virtuosi, come l’acquisto di prodotti sfusi, con imballi troppo eccessivi o scegliendo frutta e verdura bio o a kilometro zero.
Una grande eccezione a questo trend è l’acquisto di detersivi alla spina, data la difficoltà di reperimento e la marginalità di questo mercato. Esistono per lo più piccoli negozi dedicati e la grande distribuzione li sta ignorando, dopo un primo tentativo di introdurli nel 2008. Questo è dovuto al fatto della scomodità di questo servizio.