Cani educati dai detenuti nelle carceri ad Ancona, un’occasione di riscatto personale

Parte ad Ancona i cani educati dai detenuti delle carceri. Un percorso di riabilitazione, che formerà inoltre gli animali in vista di una successiva adozione

cani carceri

Un’occasione importante quella concessa dove i cani sono educati dai detenuti, e agli animali che saranno riformati per essere adottati.

L’iniziativa

Ad Ancona, vi sono delle carceri dove i detenuti, condannati a scontare una pena all’interno della struttura, vengono riabilitati per mezzo dell’educazione cinofila.

Il progetto, presentato dall’associazione no profit «Sguinzaglia’ti» di Senigallia, che ha vinto il bando emesso dal Comune di Ancona, ha una duplice finalità: la prima è quella di rieducare i detenuti e la seconda di formare i cani per una successiva adozione.

Gli incontri

Si tratterà di 15 lezioni, già partite a Montacuto e che partiranno a ottobre a Barcaglione. Gli incontri prevedono una parte teorica per i detenuti, con nozioni sull’addestramento dei cani e un focus sulla pet therapy, e altre molto importanti incentrate sulla preparazione dei cani per disabili, grazie alla collaborazione dell’associazione «Il mio Labrador» di Macerata.

Prevista anche una parte pratica, durante la quale i dieci detenuti coinvolti nel progetto dovranno imparare a educare i cani, in modo da prepararli a una successiva adozione.

Quest’iniziativa, presentata dall’associazione no profit «Sguinzaglia’ti» di Senigallia, è molto importante sia per creare momenti utili al riscatto delle persone, le quali al termine del percorso saranno in grado di gestire un cane, leggerne i segnali di benessere o di stress; sia per gli animali, che alla conclusione del progetto saranno pronti per essere accolti in una casa.

Negli Stati Uniti, già dagli anni ’80 sono stati avviati progetti di questo tipo. Uno di questi, ad esempio, consisteva nell’affidare alcuni cani abbandonati, costretti a vivere in canile, a detenuti in carcere. I risultati ottenuti erano stati così incoraggianti, che molte altre prigioni americane avevano deciso di aderire all’idea.

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