Puliamo il buio 2019: gli speleologi esplorano e puliscono le grotte dalle discariche abusive

Puliamo il buio 2019 è un’iniziativa patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, che coinvolge degli speleologi per pulire le discariche abusive sotterranee. Siamo alla tredicesima edizione che serve anche a censire le grotte

Puliamo il buio 2019
Puliamo il buio 2019

La Società speleologica italiana promuove Puliamo il buio 2019 e sta lavorando su tutto il territorio italiano, durante tutto l’anno e questo fine settimana gli speleologi puliranno le grotte di Falvaterra nel Lazio e tre grotte in provincia di Treviso a San Pietro di Feletto.

Quantità di spazzatura inimmaginabili dentro le grotte

Vincenzo Martimucci, presidente della Società speleologica italiana ha raccontato che

“Da troppi anni in Italia le cavità naturali e artificiali sono usate irresponsabilmente come discariche abusive, nelle profondità della terra continuiamo a trovare oggetti di ogni tipo, dai più piccoli, come le plastiche, fino agli elettrodomestici, i rifiuti speciali sanitari e addirittura automobili. E’ una situazione drammatica e intollerabile”

Vista la situazione la società di è unita alla campagna Puliamo il Mondo di Legambiente dal 2005. In 13 anni d’attività, sono state raccolti 163.000 chili di rifiuti, servendosi di tremila ore di lavoro volontario.

Nel 2018 in 11 iniziative, hanno lavorato 231 speleologi che hanno recuperato 10.459 chili di rifiuti. Vincenzo Martimucci ha proseguito dicendo che loro vogliono fare la loro parte, dando a disposizione il loro tempo alle autorità. Grazie alle giuste competenze, riuscire a bonificare permette di ridurre l’inquinamento degli ambienti sotterranei. Questo è importante perché l’inquinamento di questi ambienti, ha un impatto forte anche sulla nostra vita

“Pensate solo all’acqua che scorre attraverso le grotte, quella è acqua che beviamo e che usiamo per irrigare le coltivazioni”

Non solo recupero dei rifiuti

Quest’attività ha anche come scopo l’aggiornamento del Censimento delle cavità a rischio ambientale.

Esso è stato elaborato dalla Società speleologica italiana a partire dal 2005 per raccogliere, con lo scopo di raccogliere i dati puntuali sul tipo di sostanze rilevate nelle cavità, che possono inquinare le acque sotterranee degli ambienti carsici.

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