Le Partite Iva sono in rivolta contro il Governo Conte dopo l’addio alla Flat Tax.
Ebbene sì i titolari di Partita IVA Forfettaria sono in rivolta contro il Governo Conte: ad oggi si contano circa 2 milioni di Partite IVA che possono applicare l’imposta sostitutiva al 15% o al 5% (per i primi 5 anni di attività) e che vantano l’unico requisito richiesto (limite dei 65.000 euro di fatturato).
Addio alla Flat Tax?
Anche se non c’è nulla di veramente ufficiale, con molta probabilità non sarà estesa la flat tax al 20% per chi fattura fino a 100.000 euro.
La flat tax non si farà mai in quanto “ingiusta, sbagliata, insostenibile e incostituzionale perché violava la progressività”, ha sottolineato lo stesso Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
E dato allora che la Flat Tax è a rischio, adesso il Governo Conte bis è impegnato a mettere in atto un piano triennale per alleviare la pressione fiscale che grava sugli italiani.
Si tratta di un clima di incertezza e, intanto, si attende che il MEF riceva l’ok da parte di Bruxelles sul tetto dei 100.000 euro.
Se l’estensione della flat tax fino a 100.000 euro non si dovesse fare, in tre anni lo Stato recupererebbe oltre 2 miliardi.
Si tratta di ben 2 miliardi di risorse economiche pronte da essere investite in progetti come gli investimenti green e misure per gli asili nidi.
Legge di Bilancio 2020: il Governo punta alla riduzione dell’IVA
Il MEF per ora sta lavorando ad una manovra da oltre trentacinque miliardi di euro, di cui 23 miliardi necessari per scongiurare l’aumento dell’IVA.
Tra le ipotesi, spunta quella di aumentare l’IVA solo a chi paga in contanti, prevedendo una sorta di cashback solo per chi userà bancomat e altri strumenti di pagamento tracciabili.
La lotta al contante consentirà di combattere l’evasione fiscale: è necessario correre ai ripari se si vuole evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia.
Nel frattempo attendiamo la Legge di Bilancio 2020 per capire quali saranno le novità fiscali del prossimo anno.