Riflettori nuovamente accesi sulla vicenda della professoressa di Prato, dall’accusa di violenza su minore sino alla richiesta di perizia psichiatrica. Ecco cosa è accaduto alla prima udienza
Prima udienza per la professoressa di Prato con una richiesta diretta da parte del suo avvocato difensore, al fine di tracciare bene la linea su quanto sia realmente accaduto.
La ricostruzione della vicenda
Da una parte una donna che fa ripetizioni e dall’altra un ragazzino di 14 anni (in quel momento 13) che ha difficoltà in alcune materie. Da quanto si evince da un momento all’altro tra i due è nata una relazione sentimentale e fisica, che ha portato la donna ad una gravidanza e nascita del figlio.
Mentre il marito pensava di essere il padre naturale, la donna inviava dei messaggi compromettenti e di minaccia al giovane. I genitori del ragazzo dopo una breve indagine si accorgono di tutto, leggono i messaggi e denunciano il fatto.
Da quel momento l’effetto domino con l’esame del Dna che conferma la paternità del ragazzino di questo bambino e lo stupore del marito, dinanzi a tutto questo.
La richiesta di perizia psichiatrica
Nella prima udienza del processo nei confronti della donna di 32 anni, accusata di violenza sessuale ai danni di un minore la difesa si è mossa.
Il Tribunale di Prato ha deciso di sottoporre la stessa ad una perizia psichiatrica, vista la dinamica di tutti gli eventi. La figura del marito – invece – resta sospettato di falsa attestazione per aver dichiarato in atto pubblico la paternità del bambino.
Secondo i giudici il marito era a conoscenza del fatto che il piccolo non fosse suo figlio, ma ha continuato ad attestare la sua paternità nonostante sapesse la verità.
La perizia psichiatrica, come da volere del Tribunale, verrà eseguita dal professor Arietti – Università di Bologna confermando che l’accusata sta già seguendo un percorso psicologico, con uno specialista.