Il terribile omicidio di Stefano Leo ora nelle mani della Procura, che prende una decisione in merito al killer Said Mechaquat
L’omicidio di Stefano Leo è qualcosa di angosciante, sgozzato in pieno centro di Torino per una motivazione senza senso logico. Ora però la Procura di Torino prende una decisione.
L’atroce morte di Stefano Leo
Era il 23 febbraio 2019 quando questo ragazzo, amato da tutti per la sua bontà d’animo e il suo sorriso coinvolgente, fa una passeggiata per raggiungere il negozio dove lavorava.
Una bella giornata a Torino, tanto da passare in Lungo Po Macchiavelli, un luogo pedonale dove poter ammirare il fiume e le bellezze della città. Ma ad un certo punto qualcuno incrocia il suo sguardo e senza dire nulla lo accoltella alla gola: il ragazzo fa in tempo a salire le scale e portarsi dove passano le auto, per chiedere aiuto – ma dopo poco decede sull’asfalto davanti agli occhi terrorizzati delle persone.
Nessuno sa nulla di questo omicidio sino al 31 marzo, quando Said confessa di essere stato lui e porta gli inquirenti a scoprire anche l’arma del delitto – nascosta in una centralina Enel e mai più spostata da li.
Il motivo? Ci sono state differenti versioni: una prima che indicava il sorriso felice del giovane come una scusa per il suo terribile gesto. Poi una seconda, la più seguita dagli inquirenti, ovvero la somiglianza con il nuovo compagno della madre del suo bambino e il conseguente scambio di persona.
La decisione della Procura di Torino su Said
La Procura di Torino si è espressa in merito a quanto accaduto e ha deciso per il giudizio immediato di Said Mechaquat. L’uomo ha confessato di aver ucciso il ragazzo vicino ai Murazzi di Torino, per poi essersi dato alla fuga.
Resta da definire la data della sentenza a scoprire quale sarà il destino del killer del povero ragazzo.