Disgrafia e disortografia, un disturbo che si manifesta nei bambini. Come si riconoscono? Vediamo insieme i dettagli
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento ed è legato alla scrittura, in particolar modo alla dimensione delle lettere, ovvero alla distanza tra lettere e l’ortografia.
Storia e diffusione
La disgrafia fu scoperta circa un secolo fa, nel 1940, e fu definita agraphia, termine ideato dal medico austriaco Josef Gerstmann.
che definì questa patologia, non come l’incapacità totale nello scrivere, ma come la presenza di lacune nell’ambito della scrittura.
Essa si riferisce a un disordine ortografico. Per disordine ortografico si intende un disturbo legato alla scrittura e alle dimensione delle lettere, dove non viene rispettata la distanza tra le lettere ne tanto meno l’ortografia.
I soggetti disgrafici non presentano un trauma cerebrale, né una perdita totale dell’uso della scrittura.
Purtroppo, le persone che presentano tale sintomatologia mostrano una scarsa capacità di scrittura. La scrittura dei soggetti disgrafici risulta essere al di sotto della media in relazione all’età cronologica e al livello di istruzione.
Il disturbo specifico di scrittura può interessare la disgrafia o la disortografia, oppure entrambe, a seconda dell’aree interessate alla grafia o all’ortografia.
Grazie alla ricerca scientifica e agli studi effettuati oggi la diagnosi risulta essere molto più precoce. Il disturbo si manifesta in maniera evidente intorno all’età di sette anni.
I sintomi della disgrafia non sono rari, ma risulta essere molto diffusa, spesse volte la si confonde con le normali difficoltà di scrittura incontrate quando si impara a scrivere.
Che cosa è la disgrafia
Moltissimi bambini – come si evince anche su Focus – hanno problemi dell’apprendimento è la disgrafia rientra all’interno di questa categoria. Purtroppo ci sono una serie di segni e sintomi che possono far sospettare che un minore ne sia affetto.
Già dalla scuola dell’infanzia si inizia a notare, intorno ai 4 ma soprattutto 5 anni una difficoltà evidente nel pregrafismo. I primi segni che risultano essere più marcati si riscontrano intorno ai 7 anni.
In questa fascia di età, il bambino dovrebbe possedere una buona conoscenza delle lettere dell’alfabeto sia nello stampato che nel corsivo. Ma spesso capita che si evince una difficoltà evidente sia nella rievocazione delle lettere in stampato maiuscolo, ma in modo marcato nella produzione del corsivo.
Il bambino non riesce a seguire il rigo, ha difficoltà nella riproduzione scritta delle parole in corsivo, e confonde spesso le lettere.
In questi casi non bisogna mai sottovalutare la problematica e chiedere l’aiuto di un esperto, un neuropsichiatra infantile che possa effettuare una diagnosi accurata sulla problematica denunciata.
Di fatto la disgrafia è collegata al momento motorio-esecutivo della scrittura.
Cause e trattamenti
Le cause della disgrafia non sono ancora chiare, non esiste una causa specifica. L’artefice di tutto risulta essere il cervello che riproduce l’informazioni acquisite e immagazzinate in memoria con la riproduzione scritta. Si verifica una difficoltà nel ricordare come scrivere una lettera o una parola, con conseguenti complicazioni nella scrittura e problemi a carico della memoria di lavoro.
La lettura e la visualizzazione visiva delle parole più volte, cosi come l’esercitazione scritta, solo esercizi che facilitano la rievocazione delle parole. E’ importante associare sempre il suono della parola all’immagine di essa e alla riproduzione scritta.
Il trattamento terapeutico della disgrafia varia da soggetto a soggetto, di solito includere esercizi motori, per rafforzare il tono muscolare e migliorare la coordinazione occhio-mano.
Vengo applica ed eseguiti esercizi di memoria e neuropsicologici, con l’ausilio di strumenti compensativi e misure dispensative.
Proprio per l’evidente difficoltà e consigliato l’uso del computer rispetto alla carta e una terapia adeguata. Di solito viene applicata una riabilitazione cognitiva e motoria oltre a psicoterapeuta individuale, nei casi più gravi anche familiare.
Di fatto le conseguenze sullo sviluppo del bambino variano a seconda della sintomatologia e dalla gravità.
In qualsiasi caso, rivolgersi sempre a professionisti del settore che sapranno valutare la patologia e le cure più adatte.