Secondo un recente report, oltre la metà delle specie degli alberi sono a rischi d’estinzione
Queste specie di alberi, arbusti non sono presenti in nessun’altra zona della Terra. A darci queste informazioni, è un report che ci presenta le conclusioni tratte nell’ultimo rapporto dell’Unione internazionale per la conservazione della natura IUCN, che sarebbe un’organizzazione non governativa internazionale che ha come compito la valutazione dello stato delle specie di animali e vegetali conosciute.
I dati del report di IUCN
I dati sono da considerarsi veramente preoccupanti. Si stima che 454 specie di alberi originarie del continente europeo, rischia d’estinguersi. Circa il 58% delle specie di alberi native comprese quelle, rischiano di sparire e di queste, il 15% è in pericolo critico, cioè molto prossima all’estinzione.
Le cause sono il disboscamento, inquinamento e l’introduzione di specie invasive. Inoltre possiamo trovare parassiti, funghi, malattie che non sono da considerarsi come cause naturali, dato che la loro diffusione è imputabile all’azione dell’uomo. Spesso infatti questi patogeni arrivano nel continente grazie all’importazione delle piante importata. Un esempio? La Xilella è arrivata tramite piante ornamentali dal Costa Rica. L’autore dello studio David Allen ha detto al Guardian ha detto:
“Giustamente siamo incoraggiati a piantare più alberi ma, nel farlo, dobbiamo stare molti attenti ad assicurarci che non arrivino con specie infestanti. Bisogna aver cura della biodiversità”
Le specie che rischiamo di perdere
Moltissime sono le specie, ma alcune le conosciamo benissimo: frassini, gli olmi e molti alberi del genere Sorbus, ippocastano…di quest’ultimo possiamo dire che è il piatto preferito della minatrice fogliare. Sarebbe un insetto, visto per la prima volta nei Balcani e a partire dagli anni Novanta, per poi diffondersi in tutto il resto d’Europa.
Si nutre delle foglie dell’ippocastano, s’ingialliscono, fino a farle cadere precocemente, danneggiandolo fino a portarlo alla morte nel giro di qualche anno.
Anche il cambiamento climatico ha dato il suo contributo, che modifica le temperature, l’umidità e altro degli ambienti delle nostri latitudini.