Soffrire di claustrofobia cosa significa? Ecco tutte le cause possibili e i consigli degli esperti
La claustrofobia è la paura dei luoghi chiusi ed è associata all’evitamento di situazioni o oggetti che creano senso di oppressione.
Che cos’è la claustrofobia
La claustrofobia o la mancanza di libertà, verso luoghi chiusi ed angusti, rientra nella famiglie delle fobie, disturbi molto comuni e frequenti nell’area sociale urbana. Chi ne soffre viene assalito da una forte angoscia non appena si ritrova in luoghi poco aperti o stretti. Prova un forte disagio e si sente soffocare per l’assenza di finestre o spazi di piccole dimensioni sperimentando la sensazione di stare in trappola.
Il soggetto claustrofobico vive con l’ansia e con le manifestazioni somatiche, come sudorazione e battito cardiaco accelerato. Quando la paura prende il sopravvento sperimenta il timore di morire, così cerca di mettere in atto tutte le strategie per arginare il problema. L’ evitamento e la presenza rassicurante dei familiare risultano essere le strategie più diffuse ed utilizzate da quest’ultimo.
Cause e rimedi
La claustrofobia è rappresentata dall’idea di essere accerchiati e privi di libertà attorno a sé. Non sono ancora del tutto note le cause del disturbo, ma nella maggior parte dei casi trae la sua origine da un’esperienza traumatica vissuta nell’infanzia.
Alcune ricerche scientifiche hanno elaborato la teoria che alla base del disturbo vi sia un mal funzionamento dell’amigdala, in grado di influenzare il processo di percezione. Altre teorie convalidano l’idea che vi sia una disfunzione relativa alla percezione dello spazio. Di fatto le persone che soffrono di claustrofobia temono di restare in ambienti chiusi e ristretti.
Vivono con estrema preoccupazione ciò che potrebbe capitare a loro in ambienti ristretti, dal momento che percepiscono maggiormente il pericolo quando sono impossibilitati a muoversi.
Purtroppo chi ne soffre ha forti conseguenze che si ripercuotono nella vita quotidiana con altrettante limitazioni nella vita sociale e lavorativa.
Fortunatamente attraverso un adeguato trattamento terapeutico il disturbo può essere affrontato ed emarginato.
Il consiglio è quello di rivolgersi ai professionisti di settore, per scoprire le cause di ogni singolo soggetto e prendere le misure più corrette.