La dinamica degli agenti uccisi a Trieste è ancora al vaglio degli inquirenti, ma nel mentre il fratello Carlyste Meran chiede scusa e racconta i problemi dell’aggressore
Non ci sono parole ma solo lacrime, per i due agenti uccisi a Trieste da alcuni colpi di pistola da parte di Alejandro Meran arrestato per il furto di un motorino.
16 colpi con due pistole differenti
Alejandro Meran è stato arrestato per aver rubato il motorino ad una signora ed è stato proprio il fratello, dopo la confessione, a chiamare la Polizia per denunciare il fatto.
Una volta arrivati in Questura però tutto cambia, perché Alejandro chiede di andare in bagno ma con una colluttazione – ancora da valutare e confermare – riesce a sfilare la prima pistola colpendo con due proiettili Pierluigi Rotta su petto e addome.
Poi riesce in qualche modo a prendere la pistola di Matteo Demenego e sparare alla schiena, fianco sinistro e clavicola sinistra. Come si evince dal Tg5 i colpi sparati in tutto sono stati 16.
C’è un terzo agente ferito che non è in pericolo di vita e sarà operato per le ferite alla mano. Meran ha tentato la fuga rubando un’auto della Polizia, ma è posto in stato di fermo custodito in carcere come confermato dalla Procura.
Le parole di Carlyste Meran
Carlysle Meran è il fratello dell’aggressore che ha assistito a tutto e non ha potuto fare nulla, nascondendosi poi nei sotterranei della Questura durante la sparatoria folle.
L’uomo è stato intervistato in maniera inedita da Stasera Italia rilasciando alcune parole, che denotano la natura del fratello:
“è una persona che aveva problemi mentali. si fermava a parlare con il muro”
Evidenziando che secondo Alejandro qualcuno lo stesse inseguendo volendolo uccidere:
“è stata questione di un minuto. abbiamo sentito i colpi…sapevo che mio fratello non era in sé e mi sono nascosto perché avevo paura di morire”
Meran rivolge poi un pensiero alle famiglie delle vittime, chiedendo scusa tra le lacrime:
“mi dispiace tanto per quello che ha fatto mio fratello”