Mi licenziarono prima che morisse: l’hanno uccisa’ Lady Diana, il bodyguard vuota il sacco e racconta il terribile retroscena

Principessa Diana, clamorosa rivelazione del Bodyguard: “Mi licenziarono prima che morisse, ecco chi l’ha uccisa”, nuovi dettagli sulla tragica morte di Lady D

Diana
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Una nuova rivelazione getta ancora ombra sulla tragica vicenda che ha visto coinvolta la Principessa Diana. Da quella triste notte sono passati molti anni ma ancora oggi continuano ad emergere dettagli. Il suo Bodyguard ha dichiarato di essere stato licenziato poco prima che morisse e di conoscere il nome della persona che l’avrebbe uccisa.

Principessa Diana: incidente a Parigi

Il 31 agosto del 1997 Lady Diana ha perso la vita in tragico incidente stradale, sotto il ponte de l’Alma a Parigi. Da quella tragica notte sono passati 22 anni  ma oggi emergono nuovi dettagli che si aggiungono a costruire ‘un puzzle’ della dinamica dell’incidente. La sua scomparsa non ha mai cancellato il bene che i suoi sudditi provano per lei e soprattutto perché ha saputo parlare a tutte le persone entrando nel cuore.  Ma il mistero della sua morte è così aggrovigliato che è necessario conoscere la verità. Una vacanza insieme al suo compagno Dodi Al-Fayed, ignari di quello che sarebbe successo qualche ora più tardi.

Ma di questo puzzle continuano a mancare i pezzi più importanti per completare e giungere alla verità. Dopo tanti anni, il Bodyguard di Lady D ha deciso di rivelare quanto è accaduto poco prima della sua scomparsa.

La confessione del Bodyguard

In una intervista rilasciata al tabloid Daily Mail, l’ex guardia del corpo  ha dichiarato di essere stato licenziato solo due mesi prima della morte di Diana. L’uomo ha messo in discussione anche le reali competenze del bodyguard che era al suo fianco a Parigi Trevor Rees Jones.

“REES HA COMMESSO UN GRAVE ERRORE, CONSENTENDO A DODI DI VOLER BATTERE I PAPARAZZI, UN GIOCO PERICOLOSO CHE HA CAUSATO L’INCIDENTE”

E poi ha aggiunto:

“UN ERRORE ASSUMERE UNA GUARDIA DEL CORPO CHE NON ERA IN GRADO DI DIRE NO AI SUOI DATORI DI LAVORO”.

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