Sono passati sette mesi dal disastro della Ethiopian Airlines e ora le famiglie dei defunti potranno riavere indietro i resti dei loro cari
Sette mesi di dolore e attesa per i familiari del disastro della Ethiopian Airlines. Ora i resti tornano a casa.
La strage e l’attesa dei resti dei corpi
157 persone sono morte in quello schianto terribile dell’aereo, che dopo il decollo è precipitato senza che nessuno potesse fare nulla. 8 delle vittime erano italiani, in un volo ribatezzato “dei volontari” vista la professione e la missione che ognuno di loro stava per andare a svolgere – da Addis Abeba a Nairobi per una conferenza della United Nations Environment, luogo che non raggiunsero mai.
La ricomposizione dei resti dei corpi è stata molto complessa, considerando il numero di vittime presenti sull’aereo nonché il gran numero di detriti che si sono mescolati ad oggetti e non solo.
Tra i morti nella tragedia si ricorda i coniugi Spini – Paolo Dieci e l’Assessore per i Beni culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa diretto a Malindi per una conferenza Unesco.
I resti delle vittime tornano in Italia
In questi mesi i familiari delle vittime si sono recati sul luogo del disastro, appositamente per cercare di capire a che punto fossero le operazioni di riconoscimento.
Come abbiamo spiegato in questo nostro articolo, è emerso che il luogo dello schianto non era stato messo in sicurezza diventando quasi un posto “turistico” dove ognuno poteva passare e prendere ciò che voleva. Tra i detriti resti umani e oggetti personali, che non erano ancora stati isolati dal resto dei pezzi di aereo e rottami.
Nonostante questo i primi resti dopo sette mesi sono di ritorno in Italia. Proprio giovedì prossimo verranno svolti i funerali di Carlo e Gabriella Spini nella cattedrale di San Sepolcro.
Il 16 ottobre arriveranno in Italia i resti di altre vittime.