Sono passati 13 anni dalla terribile morte di Ciccio e Tore e ora il padre torna a parlare perché è ora della verità
Ciccio e Tore, i due fratellini morti all’interno di un pozzo 13 anni fa hanno lasciato un vuoto incolmabile. Ma nessuno ha ancora scoperto cosa sia accaduto.
La scomparsa e la morte dei due fratellini
Un salto indietro sino al 5 giugno 2005 quando i due fratellini di 13 e 11 anni sono scomparsi nel nulla. Loro sono usciti di casa muniti di telecamerina per andare a girare un film amatoriale e giocare.
La scomparsa nel nulla e le ricerche sono andate avanti per due lunghi anni, sino a quando i loro corpi mummificati non sono stati trovati il 25 febbraio 2008. Si erano recati in questo casolare abbandonato di mattoni “casa delle cento stanze” e il ritrovamento è avvenuto dopo che i vigili del fuoco avevano soccorso un ragazzino di 12 anni – e i due corpicini erano lì e ancora oggi non si sa come sia potuto accadere.
Per la loro sparizione era stato sospettato il padre, finito sotto accusa dopo aver denunciato la loro scomparsa: era stato indagato e arrestato con l’accusa di rapimento, omicidio e occultamento dei cadaveri.
Poi è stato scagionato da tutte le accuse, ma oggi il padre chiede la verità.
L’appello del padre per avere la verità
Il padre dei due ragazzini parla in una intervista inedita al Corriere della Sera, raccontando quello che ha vissuto in tutto quel periodo:
“ero in carcere e dicevano che erano stati trovati in fondo ad un pozzo. non davano nomi ma la descrizione dei vestitini indossati mi ha fatto capire che erano dei miei figli”
Filippo Pallardi evidenzia che in quel momento non poteva correre per vederli, piangere la loro morte e organizzare un funerale:
“vivo per conoscere la verità, quella sera non erano soli”
Racconta infatti di essere convinto che i due fratellini stessero giocando con altri amici dalla quale non si separavano mai:
“se qualcuno avesse dato l’allarme sarebbero vivi”
L’autopsia infatti ha rilevato che i due poveri bambini sono rimasti vivi per molte ore.
Per la sua detenzione errata ha ricevuto un risarcimento di 65mila euro, che ha utilizzato per la tomba e i funerali dei suoi figli. L‘appello del padre al quotidiano arriva diretto:
“è arrivato il momento della verità. ho bisogno di sapere com’è andata”
Facendo appello a quei ragazzini che oggi sono diventati uomini e potrebbero aver visto tutto.