Dopo l’omicidio Piscitelli la figlia Ginevra parla a nome di tutta la sua famiglia durante la trasmissione Non è l’Arena, chiedendo la verità
Ginevra ha parlato dell’omicidio Piscitelli, ovvero suo padre, durante una intervista inedita realizzata per Non è l’Arena.
Il rapporto tra Ginevra e il padre Fabrizio
Una intervista esclusiva ieri durante il programma andato in onda su La7, che ha fatto conoscere il lato “famiglia” di Diabolik attraverso le parole della figlia.
La ragazza racconta del suo rapporto con il padre:
“al contrario ciò che si pensa io ero una ragazza che conduceva una vita normale. con me lui era un padre normale”
Raccontando delle loro uscite e che non ci fosse quell’alone di mistero come se da un momento all’altro dovesse accadergli qualcosa di brutto. Racconta poi il periodo dell’arresto, dove c’erano dei pregiudizi e racconti che non riportavano la verità:
“mio padre è stato condannato 4 anni, non era un boss mafioso. nella mia vita non ho mai avuto paura di non rivederlo più, sapevo che non sarebbe mai andato via”
La paura e la richiesta della verità
Il capo degli irriducibili, nome d’arte Diabolik, è stato ucciso il 7 agosto mentre si trovava seduto su una panchina in attesa di una persona della quale nessuno sembra conoscere l’identità.
La ragazza conferma di aver avuto paura successivamente all’omicidio, ma di volere anche sapere tutta la verità:
“a oggi non si sa ancora chi sia l’assassino, mi sembra assurdo”
Chiarendo il fatto che il padre fosse una persona molto amata, inoltre morto in un parco con un centro abitato e zona molto frequentata:
“abbiamo lottato per il nostro diritto di fare un funerale”
E poi l’ultimo ricordo:
“era su un lettino con il telo sopra, non sono riuscita ad avvicinarmi. mi ha fatto molto male vederlo così”