La Coldiretti ha stilato una lista di dieci cibi pericolosi che vengono importati in Italia e che sono dannosi per la salute. Ecco quali sono.
Cibi pericolosi importati dall’estero: la lista nera di Coldiretti
Coldiretti ha rivelato quali sono gli alimenti importati in Italia che possono rappresentare un serio rischio per la salute, in occasione del Forum Internazionale dell’Agroalimentare di Cernobbio nell’edizione 2019.
Ecco la lista dei 10 cibi dannosi e pericolosi per la salute che sono importati in Italia:
- Pesce dalla Spagna (contiene mercurio)
- Pesce dalla Francia (Anisakis)
- Alimenti importati dalla Cina per presenza metalli ceduti da materiali a contatto con il cibo
- Pistacchi dalla Turchia per presenza di aflatossine
- Arachidi dall’Egitto per presenza di aflatossine
- Cozze dalla Spagna principalmente per contaminazione da Escherichia coli
- Carni avicole dalla Polonia contaminate da salmonella
- Pistacchi dagli USA per presenza di aflatossine
- Carni avicole dall’Ungheria contaminate da salmonella
- Mandorle dagli USA per presenza di aflatossine
Come si può leggere, questi alimenti – apparentemente genuini ed innocui – contengono dei metalli pesanti.
Tra questi, ci sono il cromo, il nichel e il manganese che non fanno bene alla nostra salute. L’Anisakis, invece, è un pericoloso parassita.
Coldiretti spinge per una maggiore sicurezza dei prodotti importati
La Coldiretti ci mostra, dunque, che il dato maggiormente visibile da questa classifica di cibi dannosi è che è necessaria una maggiore sicurezza per quel che concerne i cibi importati da paesi europei ed extra europei.
Ecco cosa fa notare Coldiretti ad agosto 2019:
“Sugli alimenti importati è stata individuata una presenza irregolare di residui chimici più che doppia rispetto a quelli Made in Italy con i pericoli che si moltiplicano per gli ortaggi stranieri venduti in Italia che sono quasi cinque volte più pericolosi di quelli nazionali, secondo l’ultimo report del ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti”.