Nell’intricato caso del marciatore Alex Schwazer arriva l’ordinanza del Gip che mette sotto accusa il sistema antidoping per l’ipotesi delle urine manomesse
Il caso di Alex Schwazer potrebbe essere arrivato ad una svolta: il Gip avrebbe ritenuto l’ipotesi della manomissione delle urine l’unica concreta, dati i risultati delle analisi. Vediamo cosa è accaduto nel dettaglio.
Il controverso caso doping di Alex Schwazer
Il marciatore altoatesino Alex Schwazer campione Olimpico a Pechino 2008 è stato al centro di una intricatissima vicenda di doping.
Squalificato per la prima volta prima dei giochi Olimpici di Londra 2012 perché trovato positivo all’Eritropoietina tornò a gareggiare nel 2016.
Vinse la 50 chilometri di Roma e si qualificò per le Olimpiadi di Rio de Janeiro dello stesso anno.
Purtroppo non vi partecipò mai perché a fine giugno dello stesso anno venne fermato nuovamente per positività ad un ennesimo controllo antidoping e il 10 agosto2016 verrà squalificato per otto anni dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
Tornato a vivere in provincia di Bolzano il suo paese natale, non ha abbandontao lo sport, continuando ad allenare podisti non professionisti.
Il suo cas0 è tutt’ora controverso in quanto durante le varie udienze del processo per doping sono emersi molti dubbi sulla vicenda che appare oscura, e l’atleta presentò anche un esposto per reato di complotto nei suoi confronti.
In arrivo la svolta definitiva?
Le urine del marciatore, prelevate da ispettori appartenenti ad una società privata ed inviati dal IAAF il 1 gennaio 2016 portarono dunque nel giugno dello stesso anno alla squalifica di otto ani.
Nel 2018 però tali urine furono controanalizzate su richiesta della Procura e si evidenziano allora una presenza considerata anomala di DNA che il laboratorio ha ritenuto non fisiologico, ovvero non “normale” in un’urina umana.
Inoltre la quantità di DNA di norma dminuisce nelle urine del 90%trascorso un anno: nelle urine di Schwazer dopo più di due anni venne trovata una quantità di 1200 picogrammi per millilitro.
L’ipotesi dunque che appare più coerente è che le urine siano state manipolate.
Questa è la conclusione netta a cui è arrivato il Gip Walter Pelino che nelle 34 pagine di ordinanza accusa di fatto i dirigenti dell’ IAAF- Federazione Internazionale Atletica Leggera, e del Wada il laboratorio di Colonia che si è occupato delle analisi.
Secondo il Gip dunque l’ipotesi manipolazione è :
“L’unica suffragata da elementi indiziari e, comunque, resa possibile dai gravi vizi già accertati della catena di custodia”
Per il Gip l’unica via corretta sarebbe dunque l’archiviazione della denuncia penale contro Schwazer ma data la dfficoltà di mettere d’accordo le parti si richiede l’intervento delperito del Tribunale Lago.
Il genetista dovrà effettuare nuove verifiche sui campioni di urine di 50 atleti positivi al doping e confrontarli con i risultati dei valori di DNA del campione di Schwazer.
La fine dell’indagine non si prevede dunque prima del 2020 e vedrà di certo ulteriori evoluzioni.