Violenti scontri nella notte in Cile. Morti e feriti durante i saccheggi nella capitale. Dichiarato lo stato di emergenza
Scontri e proteste in Cile. Imposto il coprifuoco. Cosa sta succedendo nella Repubblica cilena?
Scontri in Cile: dichiarato stato di emergenza
Violenti scontri sono in atto nella Repubblica cilena. Uno scenario di guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco la città di Santiago. Gruppi di anarchici e black-bloc hanno distrutto tutto ciò che hanno trovato sul loro cammino. Migliaia di manifestanti hanno assalito e vandalizzato le stazioni della metropolitana.
Le fiamme hanno avvolto uffici pubblici, università e supermercati. La zona centrale di Santiago del Cile è rimasta per ore nelle mani di teppisti che l’hanno trasformata in cumulo di fiamme e distruzione. È di 3 morti, 156 poliziotti e 11 civili feriti, e oltre 300 persone arrestate il bilancio provvisorio di questi primi 3 giorni di scontri.
Cosa ha scatenato le proteste?
L’aumento del prezzo del biglietto dei trasporti pubblici, chiesto dal presidente del Cile, Sebastian Pinera, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso, evidentemente già vacillante. Un costo della vita altissimo e salari ai minimi storici hanno fatto il resto, scatenando le proteste del popolo cileno. Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza, avvalorandosi dell’aiuto dell’esercito per pattugliare le zone a rischio. Sospesa la libertà personale. Vietata qualsiasi forma di manifestazione, di riunione e di movimento. Dichiarato il coprifuoco dalle 21 alle 7 del mattino.
Durante quelle ore non si potrà uscire di casa e chiunque volesse farlo avrà necessità di un permesso. Centinaia di militari stanno presidiando le principali arterie della capitale. Solo per le stazioni della metro devastate, i danni ammontano a più di 200 milioni di dollari. È la prima volta dal 1990, quando il Cile uscì dalla dittatura di Augusto Pinochet, che nel paese viene dichiarato lo stato di emergenza totale.