Quali sono i guadagni dei preti? Una vita sobria, poche offerte e 1.100 euro per pagare vestiti e incombenze varie
Quali sono i guadagni dei preti? Millecento euro è il guadagno medio di un semplice prete, i parroci introitano 1.200 euro al mese e i guadagni dei vescovi sono basati su una specie di punteggio che dipende dall’anzianità, ma possono arrivare anche fino a 3.000 euro circa.
Gli stipendi degli arcivescovi capi di dicastero o di pontifici variano dai 3.000 ai 5.000 euro.
I cardinali in media guadagnano circa 5.000 euro, a cui vanno addizionate anche le offerte dei benefattori.
Per le suore non è previsto stipendio, a meno che queste non svolgano altri lavori. Anche i frati non percepiscono stipendi.
Guadagni dei preti: crollate le offerte dei fedeli
In un momento storico nel quale le offerte dei fedeli per i sacerdoti crollano: dai 17 milioni e 470 mila euro del 2005 ai 9 milioni e 609 euro del 2017.
Oltre alla crisi economica, anche gli scandali nella Chiesa e gli abusi sessuali sui minori hanno influito sul crollo delle offerte elargite dei fedeli.
Chi paga gli stipendi ai preti?
Chi eroga i pagamenti ai preti? Innanzitutto, c’è da chiarire che non è lo Stato a farsi carico di questi stipendi e neppure il Vaticano.
Gli stipendi dei preti vengono erogati dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero (ICSC), la cui finalità è gestire tutti gli stipendi di preti, parroci, cardinali, vescovi.
Annulmente i sacerdoti sono chiamati a presentare un modulo (P01) all’ICSC, dove sono indicate mansioni e servizi nella diocesi.
È proprio l’Istituto a decidere quali siano le soglie di reddito che ogni singolo prete deve percepire.
Il reddito di ogni ecclesiastico viene stabilito in base a quanto dichiarato dal sacerdote.
L’istituto centrale provvede a verificare la situazione reddituale di ogni prete e a deliberare l’ammontare da erogare e da accreditare sul conto di ogni ecclesiastico.