L’uso di cocaina nei fiumi non colpisce solo l’assuntore e chi lo circonda, ma provoca danni ambientale ed inquinamento
Nei nostri fiumi scorre troppa cocaina, al punto che nel Suffolk sono stati trovati gamberetti definiti “fatti” da chi ha potuto osservarne il comportamento.
Altra specie a rischio nei fiumi sono le anguille europee, perché potrebbero avere dei problemi a migrare, dato che subiscono dei danni ai muscoli.
I gamberetti drogati e contaminati coi pesticidi
Sono stati trovati nelle aree rurali del Suffolk, in Inghilterra, dei gamberetti drogati di cocaina o ketamina, oltre che contaminati da pesticidi. Nonostante lo studio sia risalente a maggio, l’allarme è stato ancora lanciato nuovamente. Possiamo leggere lo studio su Environment International, che ha reso noto il problema.
Gli studiosi hanno potuto esaminare i livelli di vari microinquinanti, rinvenendo concentrazioni basse delle sostanze citate nei gamberi d’acqua dolce ed altri pesci. Questo potrebbe essere un problema, ma è sorprendente che questa scoperta è avvenuta in una zona rurale oppure bacini di minore importanza.
A Londra ormai è purtroppo nota la presenza di queste sostanze. Nel Tamigi le anguille stanno letteralmente impazzendo a causa dei cospicui residui di cocaina in cui sguazzano.
Le anguille e gli altri pesci drogati
Le tracce di cocaina sono in grado di dare degli effetti anche nei pesci, che nel caso delle anguille, corrono il rischio di perdere la vita. Possiamo leggere questo studio che è stato coordinato da Anna Capaldo dell’Università Federico II di Napoli, sulla rivista Science of the Total Environment.
Le anguille sono state scelte per lo studio, dato che sono a rischio d’estinzione e sono ricche di grasso. I pesci sono stati isolati in vasche con una concentrazione di cocaina pari a quella rilevata in alcuni fiumi urbani, come il Po o il Tamigi. Solo dopo pochi giorni, d’esposizione la droga si era accumulata in molti tessuti. Sono stati ritrovati nella droga nel cervello, nei muscoli, nella pelle e in altri tessuti. I muscoli sono stati particolarmente danneggiati, modificando gli ormoni.
La situazione non si è risolta neppure dopo la disintossicazione. La dottoressa Capaldo ha detto
”Questi animali affrontano migrazioni anche di 6mila chilometri, che richiedono riserve di energia e muscoli in perfetta salute per essere completate”
per cui, coi muscoli danneggiati, come possono migrare? Questi danni, si potrebbero riscontrare anche in animali marini, soprattutto nei pesci stanziali.