Punto netto per la Brexit? Sembra di sì con l’approvazione da parte degli Stati dell’Unione Europea nel concedere il rinvio sino a fine gennaio 2020
La Brexit avrà il suo rinvio ma ora Boris Johnson vuole le elezioni entro il 12 dicembre. Cosa accadrà?
La conferma del rinvio al 31 gennaio 2020
La riunione dei 27 Paesi che fanno parte della Unione Europea ha dato i suoi frutti, rimandando la decisione al 31 gennaio 2020. L’annuncio è arrivato su Twitter da parte di Donald Tusk che ha dichiarato:
“i 27 paesi Ue hanno accettato la richiesta del regno unito di flextension sino al 31 gennaio 2020”
Evidenziando che tale decisione verrà formalizzata con una procedura messa per iscritto.
La risposta – non è ancora chiaro se sia stata positiva o meno per il Premier – che è pervenuta subito dopo la legge anti no-deal, che non permette l’uscita dalla Unione Europea senza un accordo.
Boris Johnson chiede le elezioni entro il 12 dicembre 2019
Una volta ottenuto il rinvio, il Premier desidera le elezioni anticipate che vanno però a chiedere che venga effettuato un altro passaggio. Nel pomeriggio di oggi verrà proposta una mozione al fine di avere il via libera per lo scioglimento della Camera dei Comuni entro il 6 novembre.
Questo significa che in caso positivo si potrà andare alle elezioni entro il 12 dicembre e rompere il cerchio, così da mandare ancora avanti quel mandato formato da Theresa May.
Ma c’è un piccolo problema, infatti per ora il Premier non i due terzi per raggiungere il quorum. Gli servirebbero i voti dell’opposizione e Jeremy Corbyn ha chiesto di poter avere la sicurezza di un No Deal anche per il futuro.
Dai LibDem e gli indipendentisti scozzesi hanno lanciato una alternativa al voto: una legge ordinaria con approvazione entro questo giovedì. Con questa proposta sarebbe sufficiente una maggioranza semplice – con gli inglesi convocati alle urne il 9 dicembre.