La maestra sospesa dalla Dirigente di una scuola a Pavia per aver denunciato i maltrattamenti su un’alunna si sfoga in un’intervista.
La vicenda della maestra di Pavia sospesa per aver denunciato delle violenze su una sua alunna ha dell’incredibile. Ora la donna rilascia delle dichiarazioni che danno da pensare.
La vicenda della maestra sospesa a Pavia
Il caso arriva da una scuola elementare di Pavia, dove lo scorso anno una maestra avendo notato la presenza di lividi frequenti su una sua alunna ed essersi accorta che la bimba era sempre più taciturna, ha deciso di rivolgersi alla Dirigente segnalando il fatto.
A quanto pare la donna non sarebbe stata ascoltata e dopo varie insistenze si sarebbe rivolta alle autorità denunciando i presunti maltrattamenti in famiglia.
A quel punto avrebbe ricevuto un procedimento disciplinare di sospensione non retribuita dalla Dirigente della scuola ma poi grazie al Tribunale, è stata reintegrata.
La notizia è stata resa nota dal quotidiano “La Provincia pavese”, e la docente, ora impiegata in altra scuola, sta continuando la sua battaglia per ottenere il risarcimento dalla Dirigente che nel frattempo è stata sostituita, come chiesto dalla giudice Donatella Oneto.
L’udienza in Tribunale è prevista per il prossimo dicembre.
Ultime dichiarazioni della maestra
La maestra sarebbe stata sospesa dalla Dirigente per “aver violato la privacy della famiglia e aver messo in cattiva luce l’istituto”.
La bambina però che riferiva dei maltrattamenti in casa da parte del padre, dopo la denuncia della maestra è stata affidata alla nonna mentre il Tribunale dei Minorenni e i Servizi Sociali hanno preso in carico il caso.
Al Corriere la maestra ha rilasciato un’intervista in cui rivela il suo stato d’animo dopo tutta la vicenda:
“Mi sento ferita. Di certo non pensavo di essere messa in discussione umanamente e come insegnante. Un provvedimento che sembra invitare i docenti a tacere”
La maestra chiarisce che non si è rivolta al giudice per avere il risarcimento del giorno di sospensione ma per un motivo di principio e di coscienza:
“…Perché non passi un messaggio sbagliato, gravissimo: non si deve far finta di nulla, essere omertosi davanti a questi episodi.”
La maestra con amarezza racconta che gli episodi sospetti si erano manifestati per tutto l’anno e la bambina aveva anche confessato le violenze alle amichette.
La donna ha ribadito di aver cercato prima l’appoggio della dirigente ma che le sue mail erano rimaste senza risposta.
L’ultimo episodio di botte da parte del padre con annesso referto del pronto soccorso mostrato dalla nonna l’aveva convinta ad agire:
“Temevo che la bimba fosse in pericolo. Ho preso coraggio e ho agito per il suo bene”