Terremoto L’Aquila: la Consulta ha bocciato la legge abruzzese per la ricostruzione perché incostituzionale e non fattibile economicamente.
Una legge creata ad hoc per il post terremoto de l’Aquila ma che sembrerebbe soltanto un’ipotesi politica.
Viene meno una legge approvata
La legge regionale abruzzese 28 (Abruzzo 2019 – Una legge per L’Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile – BES), relativa alla ricostruzione de L’Aquila, risale al 2018.
Venne approvata quando a capo della giunta del consiglio regionale c’era Luciano D’Alfonso, del centro sinistra. Oggi sembrerebbe violare l’articolo 81 e la sua necessaria copertura finanziaria. Per questo è incostituzionale.
Il perché della sua bocciatura
Una legge che, secondo la Consulta, sarebbe espressione semplicistica di una ipotesi politica che non ha, a suo sostegno, una schematica relazione tecnica. Questo è quello che si evince dalla sentenza n.227, depositata il 30 ottobre da parte del relatore Aldo Carosi.
Come si evince da RaiNews, si tratterebbe
“di una rigorosa pronuncia che intende porre fine alla pratica di interventi legislativi privi dei presupposti costituzionali e delle risorse necessarie per fronteggiare gli interventi in essi contenuti”
Questo è quanto ha affermato la Consulta. Una bocciatura che ha anche la volontà di scongiurare la nascita di altre leggi-proclama per il futuro. Una sorta di garanzia per il cittadino a cui viene garantita la rappresentanza democratica.
Nel caso specifico del terremoto di L’Aquila e della legge che ne è nata dopo, la mancanza di fondamento giuridico delle spese ha fatto vacillare l’intero apparato normativo.
“diversamente opinando, sarebbe sufficiente inserire qualsiasi numero [nel bilancio] per realizzare nuove e maggiori spese (sentenza n. 197 del 2019)”.
Parallelamente è stata approvata la legge n. 2 del 2019 con lo stanziamento di 785.000,00 euro per istituire un nuovo capitolo destinato agli interventi per ‘L’Aquila capoluogo’, affinché la città possa finalmente risorgere dalle macerie del terremoto.