Mekong, la storia del fiume più inquinato dell’Asia

Il Mekong è il fiume più importante dell’Indocina, ma è il più inquinato della regione

Mekong
Mekong

Il Mekong è l’undicesimo fiume per lunghezza del mondo ed è lungo 4.880 km. Esso è un bacino ultimamente noto per l’inquinamento e la sua portata ridotta, che negli ultimi anni si sta aggravando. Ha una biodiversità ragguardevole, paragonabile esclusivamente a quello della Foresta Amazzonica.

Per questo deve essere tutelato, per impedire che le creature che abitano le sue sponde, potrebbero scomparire per sempre.

L’inquinamento del Mekong

Il Mekong è un fiume lunghissimo nasce nell’altopiano del Tibet, fino a sfociare nel Mar Cinese meridionale. Regola la vita di 70 milioni di persone, che basano le proprie attività, la loro economia su questo fiume. Molti bacini artificiali sono stati costruiti, portando ricavi a pochi e riducendo in ulteriore povertà la maggior parte degli abitanti.

Il Mekong è il sesto fiume più inquinato al mondo, nonostante l’ampia biodiversità che ha. Possiamo trovare ben 1200 specie di pesci, altrettante piante che crescono lungo le sue sponde. Si tratta di un patrimonio naturale molto vasto, che a causa dell’inquinamento rischiano di sparire, portando a conseguenze nefaste.

Le cause dell’inquinamento e il problema delle dighe

Lungo le sue sponde sorgono molti complessi industriali, si parla circa di 200 che scaricano direttamente in acqua, i rifiuti inquinanti. Possiamo trovare moltissimi inquinanti, metalli pesanti come l’arsenico, mercurio, oltre a pesticidi come il DTT. Si tratta di sostanze che agiscono direttamente sui pesci e sulle piante che crescono lungo le sue sponde. Pensiamo all’economico pangasio, si tratta di un pesce che cresce in queste acque tra le più inquinate a livello mondiale.

Un problema molto importante è sicuramente la riduzione della portata del fiume, che si ha a causa dei molti invasi. Molti paesi che sorgono lungo le sue sponde, stanno vivendo una situazione difficile. Gl’invasi portano a siccità, e la situazione può solo peggiorare. Ci sono progetti in corso in Cina e Thailandia, per creare moltissimi nuovi sbarramenti. Si ridurranno ulteriormente le risorse idriche di molti paesi, creando di fatto un’emergenza.

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