Qualcosa con il Reddito di Cittadinanza non ha effettivamente funzionato: la fase 2 sembra che sia un vero e proprio flop
Reddito di Cittadinanza: tirando le somme possiamo asserire che questa misura che doveva essere un sostegno economico, alla fine, si è rivelata un vero e proprio flop.
Il semplice motivo è riconducibile al fatto che su circa 750mila beneficiari, solo 70mila hanno siglato il patto per un lavoro.
In effetti, il Reddito di Cittadinanza doveva fungere da “ponte” tra la condizione di disoccupazione a quella di occupazione, invece, alla fine a 7/8 mesi dall’avvio si sta rivelando un vero e proprio “fallimento”.
Che cosa è andato storto?
La fase 2 non funziona: qualcosa con i centri per l’impiego e i navigator non è andato.
Nonostante siano stati avviati i colloqui previsti dalla normativa vigente, alla fine solo pochi beneficiari del Reddito di Cittadinanza hanno effettivamente trovato lavoro.
Ma la fruizione di questo beneficio economico è subordinata all’obbligo di formazione e alla ricerca attiva di un’occupazione.
Alla fine su 750mila beneficiari disoccupati e in cerca di un’occupazione solo un terzo è stato convocato dai centri per l’impiego e, solo poco più di 70.000 hanno siglato il c.d. patto per il lavoro.
Reddito di Cittadinanza: le ragioni del flop
Qualcosa della fase 2 non ha assolutamente funzionato. Ecco le vere ragioni di questo flop:
- carenze strutturali dei centri per l’impiego
- lungaggini del sistema
- ritardi burocratici delle Regioni e dell’Anpal
- recapiti errati lasciati dai percettori del sussidio in fase di domanda.
Il risultato? Un flop!
Nonostante i risultati statistici parlino da soli, il Governo non cambia, anzi, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo esulta
“Abbiamo ottenuto un grande risultato, è una riforma epocale. Non verrà modificato”.
Ad esempio, in Lombardia il Reddito di Cittadinanza viene erogato dal mese di aprile, e ad oggi sono stati distribuiti oltre 482 milioni di euro a fronte di zero posti di lavoro trovati in tutta la regione.