I benzinai chiuderanno i loro serbatoi il 6 ed il 7 novembre prossimi per protestare contro la fatturazione elettronica.
Uno sciopero dei benzinai annunciato da diverso tempo contro un governo che non si è espresso.
Benzinai: il perché dello sciopero
Chiuderanno i benzinai che hanno gli impianti in città e in autostrada con tanti possibili disagi. Lo sciopero riguarda la fatturazione elettronica. La protesta riguarda anche un governo che non ha fatto sentire la sua voce in merito alla questione. Come si legge su TgCom i sindacati si sono espressi così:
“Di fronte al silenzio assordante del governo e all’indifferenza del Mise, le organizzazioni dei gestori non hanno potuto fare altro che ricorrere alla mobilitazione generale”
L’indifferenza del governo per i sindacati, rappresenta il non essere responsabili. Lo sciopero era stato annunciato da diverse settimane da Faib, Fegica e Figisc. Il principale imputato il ministero dello Sviluppo Economico che, a detta dei sindacati dei benzinai, è stato completamente assente e si è negato al confronto. Eppure, sono i benzinai a garantire la mobilità dei cittadini. È quasi come se una categoria produttiva così importante, venisse lasciata a se stessa per favorire, invece, le banche.
I dettagli della protesta
L’introduzione della fatturazione elettronica, precisamente degli Isa, penalizzerebbe i benzinai. Essi, infatti, percepiscono soltanto un margine non superiore al 2% del prezzo pagato per il carburante. Altre penalizzazioni oggetto della protesta sono: l’introduzione dei Documenti di Trasporto (Das) e la registrazione giornaliera in formato elettronico da digitalizzare a mano. Per la categoria, si tratterebbe di una serie di attività inutili messi in atto per gravare sull’anello debole della filiera.
Lo sciopero avrà luogo dalle 6:00 del giorno 6 novembre alle 6:00 dell’8 novembre. I gestori di tutta Italia hanno annunciato una partecipazione compatta alla chiusura.