Conte si è espresso alla camera sul caso Fiber gettando l’aula nel caos. Il presunto conflitto d’interessi sarebbe avvenuto prima del suo incarico a Premier.
Il sospetto di conflitto d’interessi era stato sollevato dal Financial Times. Pioggia d’insulti fra Lega e M5s.
Il caso Fiber
Il presunto conflitto d’interessi, sollevato dal giornale economico finanziario è stato affrontato da Conte alla Camera. Si trattava di un incarico professionale assunto prima che diventasse Premier. La questione, che ha assunto il nome di “caso Fiber” è stata subito oggetto di discussione da parte del centrodestra che ha richiesto a Conte subito chiarimenti. Una richiesta fortemente voluta soprattutto da Matteo Salvini. Il premier ci ha tenuto a motivare con la precisione tipica dell’avvocato, la questione. Si trattava di una semplice consulenza.
La consulenza avvenne nel maggio del 2018 in qualità di avvocato. Il lavoro consisteva nel redigere un parere giuridico pro-veritate circa l’applicabilità della disciplina della c.d. Golden Power e dei conseguenti obblighi di notifica con riferimento alle operazioni compiute nei confronti della società Retelit. Il lavoro avvenne a distanza, senza che Conte avesse mai potuto incontrare chi glielo aveva commissionato.
La Camera nel caos
Lo scontro tra Lega è Movimento 5 stelle è avvenuto a seguito della affermazione di Anna Mancina del M5s:
“Salvini venne convocato in Antimafia sul caso Arata e non si presentò, diversamente da come fa oggi il presidente Conte”.
L’aula è stata gettata nel delirio dalle ire dei leghisti che con fischi e cori a suon di “Elezioni, elezioni” hanno seminato il caos. La deputata è stata accusata di essere una poltronaia mentre i penta stellati hanno risposto ai loro colleghi con il monito: “Russia, Russia”. Non sono mancati riferimenti alle elezioni umbre. Il presidente Roberto Fico ha dovuto alzare la voce per provare a riportare la normalità perduta in aula.