Spunta una nuova ipotesi investigativa sull’incidente in A13 in cui ha perso la vita un’intera famiglia
Cosa è successo davvero sull’A13, nel tratto Bologna-Padova, lo scorso venerdì?
L’incidente sull’A13
Hanno perso la vita mentre stavano rientrando a casa dal Lucca Comics con la loro bimba, di appena 5 mesi, Anna Pieropan e suo marito Daniele Minati, morti nel tragico schianto sull’A13. Si trovavano sul tratto Bologna-Padova, quando un’utilitaria, una Ford Fiesta, guidata da un giovane da poco patentato, ha tamponato il camper sul quale viaggiava la famiglia, che è stato poi travolto da un pullman.
Una trappola mortale che ai due giovani e alla loro piccola Diletta non ha lasciato scampo. Sono morti in quell’inferno di lamiere, nonostante l’immediato arrivo dei soccorsi. Insieme dal 2012, Anna e Daniele si erano fidanzati ai tempi dell’Università. Il 31 maggio scorso era nata la loro piccola Diletta, come coronamento del loro sogno d’amore.
Sotto esame il telefonino
Il 19enne che ha provocato l’incidente in cui hanno perso la vita Daniele, Anna e la piccola Diletta continua a dichiarare di non essersi accorto di nulla e di non essere riuscito ad evitare lo schianto. Gli investigatori e gli uomini della Polstrada a breve potrebbero sequestrare il telefonino del 19enne.
È dal suo smartphone che potrebbe arrivare la risposta al perché di quel tragico impatto. Gli accertamenti mirano ad appurare se, al momento dello schianto, il ragazzo stesse utilizzando o meno il cellulare.
Intanto, a breve, arriveranno i risultati degli esami del sangue effettuati sul 18enne e sull’autista dell’autobus, visto che, almeno l’alcoltest, per entrambi, ha dato risultati negativi.
Sotto inchiesta anche la velocità dell’auto sulla quale viaggiava il neopatentato. Per il pullman è stato già accertato, grazie al cronotachigrafo, che la velocità di marcia non superasse i 100 Km orari. L’autista del bus ha sempre dichiarato di aver cercato di frenare, come dimostrano infatti i segni di frenata rinvenuti sull’asfalto.