I buttafuori investiti al Qube sono stati mirati dai loro aggressori, che volevano uccidere per odio razziale
Odio razziale sarebbe il movente per i buttafuori investiti al Qube, in quella notte dove i due aggressori avrebbero voluto uccidere e non ferire.
Il tentativo di omicidio al Qube
Era il 27 gennaio quando due fratelli sono stati respinti all’ingresso del Qube e hanno deciso di vendicarsi. Una volta saliti in auto non sono andati via dal locale, ma hanno mirato verso i due buttafuori prendendoli in pieno con la sequenza ripresa dalle telecamere e dai cellulare dei ragazzi fuori dal locale stesso.
Daniele e Gabriele Briscese sono i due fratelli che volevano compiere la strage. Secondo le testimonianze e le indiscrezioni i due si sarebbero rivolti allo staff della sicurezza in modo non conforme:
“a n**ri semo italiani, comannamo ma perché ce devono commanà a noi? annamo a pija la pistola poi li ammazziamo tutti”
Non hanno preso la pistola ma l’auto, cercando di investirli volontariamente e vendicarsi per il fatto che nessuno li abbia fatti entrare nel locale.
Alla guida dell’auto Gabriele con il fratello Daniele al suo fianco, premendo l’accelleratore mentre si buttano tra la folla e cercano di prendere entrambi gli addetti alla sicurezza. I due uomini, grazie alla prontezza di riflessi, sono riusciti ad evitare l’auto.
Una fuga e poi si sono costituiti essendo ricercati dagli inquirenti.
L’arresto dei due fratelli tentato omicidio
Ai due fratelli è stata data una condanna di dieci anni e otto mesi di carcere, con l’accusa di omicidio plurimo aggravato dall’odio razziale.
Come riportato da Il Corriere della Sera i due ragazzi non si sono scusati, nonostante il giudice abbia chiesto loro una dichiarazione spontanea.