I bambini precipitati a Bologna hanno segnato le pagine di cronaca nera: ora emerge la verità su quel giorno e la decisione dell Procura
Sono passati sette mesi dalla vicenda dei bambini precipitati a Bologna e l’indagine sul padre, per istigazione al suicidio.
Che cosa è accaduto ai due fratellini di Bologna
Era un sabato pomeriggio quanto Benjamin e David sono stati messi in castigo dal padre, perché avevano tenuto il resto della spesa senza chiedere il permesso. Non solo, perché il giorno prima David era stato ripreso per aver rubato un cellulare a scuola.
In quel momento lui ha chiuso la porta di casa e ha deciso di andare a fare una donna, lasciando i due grandi – i due fratellini di 2 e 6 anni erano a far compagnia alla madre mentre lavorava – in cucina da soli. Lì parte il mistero, perché i due fratelli sono precipitati da 28 metri di altezza.
Quel 23 marzo nessuno ha sentito urla se non due tonfi a distanza ravvicinata l’uno dall’altro. Un gioco finito male o uno dei fratelli è scivolato e l’altro voleva aiutarlo?
I vicini di casa hanno subito allertato padre e madre: inutili i soccorsi per i due bambini oramai senza vita.
La decisione della Procura sul caso
Heitz Nathan Chabwore 43 anni e operatore socio sanitario era stato indagato per istigazione al suicidio. La Procura dopo sette mesi di indagini – come si evince sul Resto del Carlino – è pronta ad archiviare il caso e far cadere le accuse contro il padre in quanto non ci sono elementi che possano aiutare in questo senso.
Secondo l’autopsia, non ci sarebbero maltrattamenti antecedenti a quella terribile giornata: tutte le lesioni trovate sui due bambini sarebbero quindi corrispondenti alla caduta e schianto al suolo.
L’avvocato difensore dell’uomo ha evidenziato
“non sappiamo ancora nulla, aspettiamo gli atti poi tiriamo le somme. ovviamente ci auguriamo tutto venga archiviato”
Un grande mistero che resterà tale.