Scoperto il progetto di alcuni estremisti italiani di estrema destra: volevano attentare ad una moschea. Due gli arrestati e dieci gli indagati.
Tra gli estremisti coinvolti anche tre dipendenti del Monte dei Paschi di Siena.
Un progetto fattibile ma poi abbandonato per timore
Gli estremisti italiani coinvolti hanno abbandonato il progetto soltanto perché erano timorosi di essere scoperti. L’attentato doveva prevedere l’esplosione di alcuni ordigni bellici, della Seconda Guerra Mondiale, che sono stati trovati nel corso della perquisizione.
L’oggetto dell’atto previsto dagli estremisti italiani di destra, sarebbe stata la moschea di Colle Val d’Elsa, nel senese. L’esplosione doveva avvenire con la manomissione di una condotta del gas. Tra i dodici indagati, per il momento, soltanto due sono stati arrestati. A tradirli alcune intercettazioni che li vedevano sospendere le operazioni perché si sentivano osservati dalle autorità.
Chi sono gli indagati?
Gli estremisti italiani indagati sono incensurati. Tra questi, oltre i tre dipendenti della banca Monte dei Paschi di Siena, anche un uomo di sessant’anni, il più attivo tra tutti. Sono indagati per detenzione abusiva di armi ed esplosivi con fine di terrorismo. I loro contatti avvenivano attraverso incontri e comunicazioni via social. Nello specifico, i due arrestati sono: il bancario Andrea Chesi, 60 anni, e suo figlio Yuri, 22 anni.
Nelle conversazioni del gruppo, sono emerse anche offese a Mattarella e incitazione all’uso delle armi per farsi giustizia da soli. Alcune foto del sessantenne in uniforme delle SS sono apparse sui social. “Ritorneremo” è il nome di uno dei gruppi pubblicato sui social.