I paesi del G20 non fanno abbastanza per evitare il riscaldamento globale. A dircelo è uno studio che ci dimostra come le missioni globali aumentate ancora una volta l’anno scorso
Questa volta non sono i giovani in piazza a gridare slogan per il riscaldamento globale: a dirci che i paesi del g20 non fanno abbastanza per ridurre il riscaldamento globale è uno studio. Secondo questa ricerca, i paesi del G20 sono tutti da bocciare sul piano della prevenzione del riscaldamento globale.
I contenuti dello studio sull’operato del G20
Il G20 ricomprende le 20 maggiori economie mondiali, che sembrerebbero non fare abbastanza per limitare l’aumento del riscaldamento globale. Qui posiamo trovare 19 Paesi industrializzati, economie emergenti e l’Unione Europea. Il G20 comprende , Gran Bretagna, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone,Turchia e Stati Uniti. Oltre tutto Messico, Russia, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Sudafrica, Corea del Sud,
In poche parole nel prossimo futuro, potremo avere un aumento di temperatura fino ad 1,5°C,cosa che l’accordo di Parigi sul clima si prefigge di’impedire. Possiamo leggere lo studio pubblicato da Climate Transparency, svolto da una rete internazionale di ricercatori e ambientalisti e questo report si chiama “Brown to Green”.
Secondo lo studio, le emissioni globali anziché diminuire,l’anno scorso sono aumentate, così come l’emissioni di biossido di carbonio legate all’energia sono aumentate dell’1,8%. Queste sostanze unite, possono essere considerate come responsabili di circa l’80% circa dell’emissioni globali di gas serra. Pare che per questo motivo, non si potrà restare fedeli agli accordi, dato che nessuno è a buon punto per mantenere fede all’obiettivo di 1,5°C.
I contenuti degli accordi di Parigi
In quest’ambito dobbiamo ricordare che Donald Trump ha avviato le pratiche per abbandonare gli accordi di Parigi, cosa che renderà ancora più complesso il raggiungere gli obiettivi prefissati. secondo quanto previsto, si dovrebbe mantenere molto al di sotto dei 2° l’aumento della temperatura, rispetto ai livelli preindustriali anche se il vero obiettivo è limitare l’aumento a 1,5°C.
Riuscire a mantenere quest’impegno, porterebbe alla riduzione significativa dei rischi che derivano dal cambiamento climatico, riducendolo. La crescita registrata è di circa 1°C.