Il colosso franco-indiano ha consegnato il recesso del contratto d’affitto dell’ex Ilva di Taranto. Di Maio minaccia: “Se torna lo scudo, governo a rischio”
ArcelorMittal ha depositato l’atto di recesso dell’ex Ilva. Le parole di Di Maio.
Recesso del contratto
Il gruppo ArcelorMittal ha depositato l‘atto di recesso del contratto d’affitto dell’ex Ilva di Taranto. I commissari straordinari sono già pronti a presentare ricorso al Tribunale di Milano.
Secondo le loro valutazioni, infatti, lo scudo fiscale non permetterebbe il recesso del contratto da parte del colosso franco-indiano. I commissari sostengono che l’altoforno Afo2, al contrario di quanto sostenuto da Arcelor, non sia ancora spento.
Maggioranza divisa
Intanto, la maggioranza di governo è spaccata in due per la questione scudo fiscale. Il neo partito di Matteo Renzi ha proposto due modifiche al decreto fiscale. Uno scudo più generale valido per tutte le aziende ed uno più specifico per l’ex Ilva di Taranto. Questo secondo scudo coprirebbe la società dalla decadenza dello scudo penale fino al totale risanamento.
Se da una parte, alcuni pentastellati, come Nunzio Angiola, ritengono valida la proposta di Italia Viva, molti suoi colleghi non la pensano allo stesso modo. Intanto, il Ministro degli Esteri, ospite nella trasmissione di Rete 4 Fuori dal coro ha ribadito:
“Nessuno può ricattare delle persone su una scelta: vivere o lavorare. Non possiamo diventare ostaggio di un’azienda, Mittal deve rispettare gli impegni presi. Lo Stato si farà rispettare”.
Il premier Giuseppe Conte, dal canto suo, ha indirizzato una lettera aperta ai Ministri dell’esecutivo affinché si trovi una soluzione al nodo ex Ilva e si risollevino le sorti di una città ferita. Conte suggerisce l’idea di creare un cantiere Taranto che possa attrarre investimenti e favorire l’occupazione.
Atteso, intanto, per domani il consiglio dei Ministri, durante il quale il premier si augura di trovare nuovi progetti per sciogliere una matassa ancora troppo intricata.