La situazione a Gaza è molto particolare e ora i morti sono saliti a 22. Netanyahu invita alla resa e minaccia una risposta ancora più dura
I razzi a Gaza non cessano e il bilancio dei morti si fa sempre più alto. La richiesta del Premier è netta altrimenti le conseguenze potrebbero essere letali.
Il conflitto e i razzi
Il Premier istraeliano tuona tutta la sua ira evidenziando che se gli attacchi non verranno immediatamente fermati, le conseguenze potrebbero essere letali e molto più violente.
Le vittime sono salite a 22 e ci sarebbero circa 70 feriti – con un bilancio destinato a crescere – con l’escalation inziata da alcune ore tra l’uccisione di Abu al Ata e l’incessante lancio di razzi.
Gli attacchi sono poi ripresi questa mattina, con una breve tregua ne corso della notte con un raid aereo atto alla rivendicazione della morte di un combattente della Jihad Khaled Farraj ipoteticamente uno dei comandanti delle Brigate al Quds di 38 anni. Su Twitter è stato postato il suo corpo senza vita con la promessa di vendetta.
Così Israele si è svegliata con le sirene, con bersaglio mirato al Sud del Paese e in luoghi dove sembrava esserci una tregua. Secondo il Jerusalem Post il 90% dei missili è stato intercettato dai missili Iron Dome: la previsione non è ottimista e nelle prossime ore si temono attacchi ancora più violenti.
Netanyahu si è espresso durante una riunione evidenziando il suo stato di ira e preoccupazione:
“sarebbe meglio che la Jihad islamica capisca ora che li colpiremo senza pietà, per proteggerci”