Il Mose e le gravi carenze di una costruzione che sembra aver fallito nell’intento di salvare Venezia dall’acqua alta.
Il progetto del Mose, tra speranze e fallimenti. A che punto è la costruzione?
Maltempo a Venezia
La città di Venezia è in ginocchio. L’acqua alta ha raggiunto il livello di 187 centimetri. A superarlo furono solo i 194 cm dello storico alluvione del 1966.
Danni ingenti si sono registrati al simbolo per eccellenza della laguna, la Basilica di San Marco, dove il livello dell’acqua è salito oltre il metro di altezza. Il maltempo ha fatto registrare anche 2 vittime: un uomo di 78 anni infatti è morto fulminato nella sua abitazione, nell’isola di Pellestrina, proprio durante il temporale di martedì scorso. L’uomo sarebbe deceduto a causa di un corto circuito elettrico. Sempre nell’isola una seconda persona è stata tovata morta in casa, probabilmente per cause naturali.
Oggi, finalmente, la città si è risvegliata con il sole, cielo limpido e temperatura più bassa.
Il Mose: perché non ha funzionato?
Le grandi polemiche per i danni del maltempo nella laguna sono tutte per il Mose, il progetto ormai in costruzione da più di quindici anni che dovrebbe riparare Venezia dall’alta marea.
Secondo i progettisti del MOdulo Sperimentale Elettromeccanico, oltre il 94% della struttura sarebbe ormai stata realizzata. La fine della sua costruzione sarebbe quindi prevista entro la fine del 2021.
Il MOse è costituito da dighe mobili, posizionate sulle tre bocche di porto; la sua funzione è quella di isolare la città di Venezia dal mare, prevenendo gli allagamenti durante i picchi di alta marea.
Il progetto ha subito numerosi ritardi, anche nell’ultimo periodo. A fine ottobre, infatti, il collaudo di una delle dighe ha fatto registrare delle vibrazioni considerate pericolose, e si è dovuto rimandare il collaudo.
Nel 2014 ci fu un forte rallentamento, dopo lo scandalo del giro di corruzione sui lavori. Le indagini portarono anche all’arresto dell’ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan. Il progetto fu poi affidato al Consorzio Venezia Nuova.
L’emblema dei ritardi e delle incongruenze di questi ultimi giorni è la direttiva interna del Consorzio diffusa ieri che ha deciso di far restare a casa i propri dipendenti. L’incongruenza è tutta qui: il fatto che in una giornata emergenziale come quella di ieri si sia dispensato dal lavoro proprio chi avrebbe dovuto mettere in azione il MOse.