Arrivata la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dai legali di Cesare Battisti: ergastolo confermato per l’ex terrorista.
Gli avvocati dell’ex Pac Cesare Battisti hanno ricevuto la decisione della Cassazione sul ricorso presentato contro la pronuncia di ergastolo: confermata la decisione della Corte d’assise d’appello.
L’arrivo di Cesare Battisti in Italia e la sentenza d’ergastolo
L’italiano Cesare Battisti, appartenente al gruppo Proletari Armati per il Comunismo ed attivo come terrorista durante gli anni di piombo, ha terminato definitivamente la sua corsa da latitante a gennaio 2019 dopo la cattura a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia da parte dell’Interpol.
Estradato in Italia il 14 gennaio, ad attenderlo gli allora Ministri degli Interni e della Giustizia, Matteo Salvini e Alfonso Bonafede.
La pena confermata per lui in sede d’appello dei giudici di Milano è l’ergastolo da scontare nel carcere di Oristano per i 4 omicidi a lui imputati risalenti a 40 anni fa.
Sono stati però previsstidi alcuni benefici penitenziari in seguito ad un percorso di rieducazione.
Il ricorso ritenuto inammissibile
I legali di Battisti però avevano presentato ricorso contro l’ergastolo considerando illegittima la non commutazione della pena in 30 anni di reclusione.
Secondo quanto affermato nel ricorso dall’avvocato Davide Staccanella, si sarebbe dovuta applicare la procedura di estradizione dal Brasile definita con la condizione interna della pena a 30 anni e perfezionata prima dell’estradizione dalla Bolivia.
Nelle scorse ore è arrivata la decisione della Cassazione: sostanzialmente viene confermata la sentenza del 17 maggio 2019 della Corte d’assise d’appello di Milano.
La commutazione a 30 anni è dunque rigettata e l’ergastolo viene confermato perché il ricorso è stato ritenuto dai giudici della Cassazione come inammissibile, come si legge su ilmessaggero:
“Le questioni sollevate con il ricorso concernevano la persistente efficacia dell’accordo di commutazione della pena stipulato tra le Autorità italiane e brasiliane”
“La Corte di Cassazione ha ritenuto corretta la decisione della corte di assise d’appello”.