Si apre uno spiraglio per la soluzione del caso Ilva; bozza di accordo in 4 punti. Ancora da sciogliere il nodo degli esuberi
Avviato il disgelo sul caso Ilva tra Governo e ArcelorMittal. Cosa prevede l’accordo?
Il vertice al Tesoro sul caso Ilva
Si è svolto a porte chiuse, lo scorso martedì pomeriggio, il vertice sul caso Ilva al Tesoro. A prendervi parte il presidente e cfo di ArcelorMittal, l’avvocato Sforzolini di Cleary Gottlieb, l’amministratore delegato di Am InvestCo, Lucia Morselli, e il capo delle operazioni straordinarie del colosso, Ondra Otradovec.
Sembra che l’incontro, preambolo di quello che si terrà domani a Palazzo Chigi, abbia aperto la strada ad una nuova soluzione. Il Tesoro starebbe cercando soluzioni per lo scudo fiscale e per la bonifica delle aree inquinate, ArcelorMittal si è impegnato ad investire 1,25 miliardi per l’ammodernamento della città pugliese e poco più di un miliardo per le bonifiche.
Il nodo principale resta quello degli esuberi. Secondo il colosso franco-indiano, essendo in calo la produttività dello stabilimento, i 5mila esuberi già prospettati sarebbero necessari.
I 4 punti della bozza di contratto
Il primo punto, com’è facile immaginare, riguarda il tema dello scudo fiscale. Il secondo punto riguarda l’Altoforno2, per il quale sono già state avviate inchieste, dopo gli esposti dei commissari straordinari al Tribunale di Milano.
Il punto 3 riguarda il rilancio del territorio, attraverso un lavoro combinato tra pubblico e privato. Proprio in questo ambito il Governo ha sollecitato Intesa Sp, principale fornitore economico dell’amministrazione straordinaria. Il gruppo avrebbe accettato la proposta di valutare un progetto concreto, preannunciando anche la possibilità di un rafforzamento dell’impegno.
Il punto 4 riguarda invece la questione ambientale, che porterebbe ad una riduzione del numero dei lavoratori, che la Cdp potrebbe assorbire. Gli sfollati del rione Tamburi potrebbero essere ospitati negli immobili di proprietà della Cdp.