I dati privati sono stati rubati da un hacker, che si è introdotto furtivamente nella banca dati della Pubblica Amministrazione
Un abile hacker ha deciso di infiltrarsi nella banca dati della Pubblica amministrazione e rubare i dati degli utenti. Ecco come ha proceduto.
Il furto dei dati alla Pubblica Amministrazione
Tutto ha inizio con una indagine partita nel 2017, grazie alla coordinazione del Centro Nazionale anticrimine informatico. Una anomalia sul sistema segnalata subito dalla società di sicurezza Ts Way e da quel momento è partita l’indagine.
La grande e complessa operazione mandata avanti dalla Polizia Postale ha fatto in modo di poter avere elementi per capire di come quest’uomo singolo, avesse costruito una rete di servizi al fine di rubare i vari dati.
Uno dei portali illeciti si chiamava People 1 – offerto e messo in commercio clandestinamento: il suo funzionamento verteva nel dare agli utenti con il pagamento di un canone dei vari servizi. Grazie all’installazione l’uomo poteva procedere con la connessione alle banche istituzionali e interrogare direttamente i software.
L’uomo che in questi anni è stato nel mirino della Polizia Postale ha un quoziente intellettivo informativo di altissimo livello, con precedenti penali accumulati negli anni.
Non è solo in grado di rubare dei dati connettendosi ai data base e server delle amministrazioni, ma di intercettare le credenziali di autenticazione dei vari utenti. Sono moltissimi i dati che questa persona ha sottratto, senza che i cittadini e le imprese se ne siano mai accorti.
L’arresto dell’uomo di 66 anni
Non lavorava da solo, ma si è avvalso della collaborazione di sei complici – freelance stranieri – che operavano all’interno di agenzie per i recupero crediti o agenzie investigative molto note.
Il loro modus operandi prevedeva l’invio di una mail ai dipendenti delle varie amministrazioni (soprattutto piccoli Comuni) con all’interno un pericoloso Malware che una volta aperto faceva il suo lavoro.
Oggi l’arresto per R.G. di 66 anni residente a Sanremo.