La morte di Stefano Marinoni è sembrata sin dal primo istante molto sospetta e non solo agli inquirenti. Ora il padre rompe il silenzio
Il povero Stefano Marinoni è stato trovato morto sotto un traliccio e ora, dopo gli esami dell’autopsia, il mistero si infittisce ancora di più
I risultati dell’autopsia sul corpo di Stefano
Il ragazzo è scomparso nel nulla il 4 luglio per poi essere ritrovato morto sotto un traliccio, in una strada di campagna che collega Arese con Rho, il 12 luglio.
Nonostante i primi sospetti siano stati di un gesto folle, la dinamica ha permesso agli inquirenti di seguire differenti piste – come quella dell‘omicidio. Facendo un passo indietro, il cellulare del ragazzo è stato trovato in auto – chiusa – sotto il tappetino.
Da una prima verifica lo sterno presentava una frattura e ora l’autopsia fa emergere colpi di arma da taglio lungo tutto il corpo. Il documento non è ancora stato depositato, ma agli atti dell’indagine per omicidio volontario il quadro sembra essere decisamente più netto.
Non trapela nulla dalle indagini che stanno svolgendo i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e la compagnia di Rho. Da chi è andato Stefano quel giorno, convinto che sarebbe tornato a casa dopo pochi minuti?
Un ragazzo preciso e meticoloso, che dimentica il portafoglio a casa e nasconde il cellulare potrebbe avere avuto timore di qualcuno – nonostante non ci sia alcuna ombra nella sua vita.
Le parole del padre del ragazzo morto di Baranzate
Marco Marinoni – intervistato telefonicamente da Il Giorno – commenta le ultime novità emerse sul povero figlio:
“non sappiamo ancora nulla dei risultati dell’autopsia, i carabinieri non ci dicono nulla. attendiamo il punto della situazione nelle prossime ore”
I suoi familiari non hanno mai creduto in un suicidio e sono certi che qualcuno abbia fatto del male al loro ragazzo:
“chi ha parlato di suicidio è un cialtrone. stefano era sereno, non aveva problemi e ora vogliamo conoscere le modalità con le quali è stato ucciso”
Evidenziando che loro – i genitori e le due sorelle- non si siano fatti alcuna idea su dove possa essere andato in quel tragico 4 luglio, attendendo fiduciosi che gli inquirenti facciano il loro lavoro.