Nonostante i dati confermino un aumento dei femminicidi in Italia ad essere sotto attacco con riduzione dei fondi sono i centri antiviolenza.
In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne si riapre il dibattito purtroppo attuale delle riduzioni di fondi che portano alla chiusura di centri antiviolenza nonostante i trend confermino un aumento dei femminicidi nel nostro Paese.
La dolorosa ricorrenza del 25 novembre contro la violenza sulle donne
Il weekend appena passato ha visto in tutte le città italiane un fioccare di iniziative a sostegno della lotta contro la violenza di genere.
La Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne è stata istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sull’argomento ma da allora i femminicidi risultano in aumento.
Su tutto il territorio nazionale dunque, in concomitanza rispetto agli altri paesi europei, cortei di donne si sono riuniti per ricordare le vittime di tali violenze, e la ricorrenza è stata più sentita che mai con tam tam sui social e media di messaggi antiviolenza.
Ma allora cosa sta succedendo in concreto in Italia? I dati solo allarmanti e le ultime notizie preoccupano ancora di più
Femminicidi in aumento ma chiusura dei centri antiviolenza
Come riporta infatti Fanpage, proprio alla manifestazione di sabato 23 novembre a Roma si è sollevato l’argomento, anche osservando minuti di silenzio per sottolineare la grave tematica.
In testa al corteo composto da donne, ragazze e bambine, che ha visto la partecipazione anche della Boldrini, c’erano le responsabili di alcuni centri antiviolenza sul territorio.
La denuncia dell donne con le maschere era a sostegno di tuti quei centri antiviolenza come Lucha y Siesta o La Casa Internazionale delle Donne, che hanno sibito la minaccia di chiusura da parte delle istituzioni.
“Se le forze politiche ascoltassero gli spazi delle donne, non ci sarebbero questi inaccettabili ritardi nell’assegnazione e nello stanziamento delle risorse”.
La denuncia delle attiviste dei centri antiviolenza è chiara: solo con capillari ed integrati interventi sul territorio si potrà sperare di arginare un fenomeno, quello della violenza sulle donne, così radicato nella società.
I ritardi sulle erogazioni dei fondi, sono reali e preoccupanti: sono state fino ad ora erogati dalle Regioni solo il 25,9% delle risorse.
Infatti pur con la legge 119/201 sul femminicidio i fondi che erano stati ripartiti tra le Regioni coprivano solo il 35% del totale come monitorato in diversi anni da Action Aid.
“Una di noi muore ogni tre giorni. Questa è la battaglia del secolo.”
E’ la testimonianza di una donna presente al corteo di Roma che ha ammesso di essere viva solo per aver trovato un centro antiviolenza che l’ha accolta, ma vista la situazione chissà se altre donne potranno essere altrettanto fortunate.