Il processo per l’omicidio Cardito prosegue e ora le maestre rivelano qualcosa di inaspettato. Giuseppe si sarebbe potuto salvare?
L’omicidio Cardito torna in Aula con le maestre che rivelano qualcosa di inaspettato e che forse avrebbe potuto salvare il bambino dalla furia omicida di Badre.
Le maestre sapevano tutto?
Il processo e le indagini per quanto accaduto al povero Giuseppe – morto massacrato di botte dal compagno della madre – e alla sorella Noemi, anche lei picchiata violentemente ma viva.
Sin da subito la bambina ha sempre evidenziato di aver detto più volte alle maestre del comportamento del compagno della madre e della paura nel tornare in quella casa. Durante le indagini, dopo che è emerso quanto sopra, le maestre sono state sospese – insieme alla dirigente scolastica – per non aver denunciato un fatto così grave.
A Processo ora ci sono Tony Badre accusato di omicidio e anche la madre Valentina Casa, che secondo lo psichiatra Francesco Villa non avrebbe tutelato e protetto i figli da questa violenza.
La madre dei bambini è stata quindi arrestata per i suo comportamenti omissivi: la donna infatti sapeva quello che accadeva ed era presente durante queste violenze mai denunciate ma omesse.
Il padre biologico della vittima è sempre stato assente nella vita dei bambini, quindi non si è mai reso conto di cosa stesse accadendo.
La rivelazione scioccante delle maestre
Si svolge al Tribunale di Napoli alla Corte di Assise il processo per l’omicidio del piccolo Giuseppe e proprio questa mattina è stata ascoltata una delle maestre.
La stessa ha evidenziato che nove giorni prima che il bambino venisse ucciso è stata inviata una lettera alla Preside, dove veniva denunciato il fatto che Noemi si fosse presentata in classe con lividi evidenti. La bambina quel giorno ha risposto alle domande delle maestre, confessando che fosse stato proprio il patrigno a picchiarla.
Giuseppe si sarebbe potuto salvare?